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Alto Jonio, torna l’incubo monnezza. I sindaci bussano alla porta del Prefetto

Alto Jonio, torna l’incubo monnezza. I sindaci bussano alla porta del Prefetto
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Problema rifiuti nell'Alto Jonio

Problema rifiuti nell’Alto Jonio

Il problema dell’accumulo dei rifiuti nell’Alto Jonio rischia di acuirsi e creare anche problemi di igiene pubblica: i sindaci del comprensorio si ribellano e, non avendo ricevuto risposte adeguate dalla Regione, si rivolgono al Prefetto quale interfaccia dello Stato. Lo hanno deciso nel corso di un incontro abbastanza movimentato organizzato a Trebisacce a cui hanno partecipato tutti i sindaci del comprensorio ed il sindaco di Saracena Gagliardi. Come è noto tutti i paesi dell’Alto Jonio, che da anni chiedono inutilmente di potersi organizzare in proprio, conferiscono i rifiuti solidi urbani alla “stazione di trasferenza” di Villapiana da dove, mediante enormi containers, vengono trasportati alla “Calabria Maceri di Rende”. Questa ditta però, sia perché la Regione non paga, sia perché è diventata terminale di altre province calabresi, ha via via ridotto il quantitativo di rifiuti conferibili da 39 fino a 10 tonnellate, per cui i comuni si trovano in grande difficoltà e, in vista delle imminenti festività, guardano con grande preoccupazione al rischio di una grande emergenza ambientale, con problemi di igiene urbana e di ordine pubblico. «Non vogliamo trasformare le vie dei nostri paesi in discariche pubbliche. Perciò chiediamo alla Regione risposte immediate, in grado di scongiurare il collasso». Hanno scritto così i sindaci al Prefetto dopo il viaggio a vuoto a Catanzaro di una loro delegazione accompagnata dai vertici della BSV che gestisce la stazione di trasferimento. Sembrano abbastanza coesi e decisi i 16 sindaci dell’Alto Jonio e, da quanto si è capito, se la situazione non si sblocca, sarebbero pronti anche a sfidare la stringente normativa vigente che lo vieta assolutamente, a inventarsi un’area pubblica su cui smaltire in via provvisoria i rifiuti in attesa della normalizzazione della situazione. Una normalizzazione che comunque potrà avvenire solo se la Regione, superando i vincoli del patto di stabilità, mette mano alla borsa e comincia a pagare gli arretrati alle ditte interessate.

Pino La Rocca

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