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Amendolara, il sindaco Ciminelli sposa la “Blue Economy”

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I fondali di Amendolara

La Calabria, con i suoi circa 800 chilometri di costa, può trovare la chiave del proprio sviluppo valorizzando la “Blue Economy”, un modello di sviluppo che parta dal mare e non si limiti alla pesca, ma che si estenda a tutte le filiere produttive, dall’agro-alimentare al manifatturiero, dal turismo al suo prezioso patrimonio identitario. Ne è convinto il Sindaco di Amendolara Antonello Ciminelli, che pone al centro di questa strategia di rilancio dell’intero territorio e la tutela della nota “secca” di Amendolara (secondo la leggenda omerica la mitica isola di Ogigia). «Il nostro obiettivo è il riconoscimento della “ZSC” (zona speciale di conservazione) perchè quest’area va protetta, sottraendola anzitutto al soffocamento delle reti a strascico e, in questa ottica, – dichiara Ciminelli dopo aver ricordato che Amendolara aspira alla riconferma della Bandiera Blu, – è indispensabile un piano per la gestione della secca d’intesa con Regione e Provincia».

Del resto è noto il forte impegno assunto nei mesi scorsi dall’esecutivo Ciminelli sulla questione della pesca a strascico, con denunce ed interessamento di tutte le autorità competenti. «Vogliamo evitare danni – spiega il primo cittadino – agli stessi pescatori. In questa direzione abbiamo raccolto e spedito oltre 5mila firme. Il progetto ambizioso – continua – è quello di installare dei massi in mare di tipo particolare, con dei rostri a punte, per ostacolare ed impigliare le reti usate per la pesca a strascico. L’effetto sarebbe duplice: da una parte, il ripopolamento, dall’altra, un freno all’erosione costiera, contrastando le correnti di fondo. Come amministrazione – conclude Ciminelli – non siamo per i “paletti”. Riteniamo, tuttavia, che i problemi vadano governati e non ignorati. Non possiamo tollerare l’uso indiscriminato delle risorse, anzi della principale risorsa, il mare, oggi in grave crisi proprio per l’attività dell’uomo, spesso incontrollata. Urge dunque, ed è questo il nostro approccio, il giusto compromesso tra i livelli occupazionali e la tutela lungimirante del mare».

Pino La Rocca

 

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