Fusione piccoli Comuni. Castroregio e Nocara ricorrono al Tar
Prosegue e si infiamma la rivolta dei piccoli comuni (5.700 in tutta Italia, di cui una dozzina nel solo Alto Jonio) contro la “fusione coatta” che, varata per legge nel 2010 dal Governo-Berlusconi e finora sempre rinviata, dovrebbe andare in vigore, nella sua ultima versione targata Del Rio, entro il 31 dicembre 2015. Due finora i sindaci più battaglieri nell’Alto Jonio, Antonio Santagada sindaco di Castroregio e Francesco Trebisacce sindaco di Nocara (nella foto) i quali, dopo aver partecipato al grande raduno dei sindaci dei piccoli comuni tenutosi a Napoli il 4 maggio e organizzato dall’Asmel, hanno già sottoscritto il ricorso collettivo al TAR per opporsi ad una legge ritenuta iniqua e lesiva dell’autonomia degli enti locali. Ricorso che è stato avviato da 5 comuni della Campania a cui via via finora si sono aggregati altri 150 comuni.
Il ricorso è stato preparato dall’illustre avv. Aldo Sandulli il quale contesta formalmente l’atto amministrativo ministeriale, cioè la Circolare del Ministero dell’Interno (12 Gennaio 2015) che ha previsto il commissariamento per i comuni inadempienti alla norma sull’accorpamento coatto delle funzioni comunali che, secondo il giurista, avrebbe profili di incostituzionalità. Alla base del rifiuto, secondo quanto ha dichiarato il dottor Santagada, ci sarebbero i dati dell’Istat sulla spesa dei comuni i quali evidenziano che i piccoli comuni hanno una spesa annua pro-capite inferiore a quella dei comuni sovradimensionati e che, quindi, non c’è affatto una correlazione tra piccole dimensioni del comune e costi di gestione. E’ per questo che i comuni ricorrenti, guidati da Asmel che è favorevole alla gestione associata dei servizi ma non a quella delle funzioni, hanno chiesto al TAR l’accertamento dell’illegittimità della norma e la trasmissione degli atti alla Corte Costituzionale perché si esprima sull’evidente lesione del principio di autonomia dei Comuni e del principio di eguaglianza sancito nell’art. 3 della Carta Costituzionale. «Per non parlare – hanno dichiarato all’unisono i due sindaci promettendo di continuare a battagliare – che ogni comunità, sia grande che piccola, è gelosa e fiera del proprio nome, della propria identità e della propria storia e per questo non siamo disposti ad ammainare bandiera».
Pino La Rocca