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Trebisacce: «Lavori all’ex ospedale solo routine». Pronto soccorso resta un miraggio

Trebisacce: «Lavori all’ex ospedale solo routine». Pronto soccorso resta un miraggio
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Un ospedale o un cronicario per malati cronici? O addirittura niente di tutto questo? Se lo chiede, sempre più preoccupata, la gente che, col passare dei giorni e dei mesi perde la speranza di riavere… il mal tolto e cioè un piccolo ospedale “di prossimità” in cui trovare le risposte più semplici ai propri bisogni sanitari. Gli amministratori in carica, forse perché troppo ottimisti, o forse  illusi a loro volta dai livelli politici più alti, promettono, assicurano e fanno quasi toccare con mano un Pronto Soccorso “avanzato” h24, con figure mediche, con anestesisti e con chirurghi pronti ad accogliere ed a trattare l’emergenza urgenza e un Reparto di Medicina con annessa Lungodegenza in grado curare i malati acuti. Ma quali atti formali, ci si chiede, sono stati prodotti finora per poter dare legittimità a questo sogno? Nessuno, tranne il Decreto n. 30 del Commissario Scura partorito nel lontano mese di marzo che è sembrato solo un atto di buona volontà e che comunque è rimasto sulla carta.

Per il resto non c’è niente altro che promesse e rinvii nel tempo di un parto che rischia di abortire per decorrenza dei termini perché, secondo gli esperti, la riapertura di un Ospedale prevede, per legge, una serie di adempimenti e di costi che la sanità calabrese, piena di debiti e alle prese con il Piano di Rientro dal debito sanitario, non si può permettere. Ma poi, a dare sostanza al dubbio che si tratti solo di un miraggio, c’è la conferma degli addetti ai lavori e del sindacato Fials, secondo cui un Pronto Soccorso, ope legis, non può esistere senza un Ospedale e un Ospedale non si può aprire con il solo Reparto di Medicina e senza un Reparto di Chirurgia, seppure ridotto nel numero di posti-letto, in grado di trattare le urgenze.

Senza un Reparto di Chirurgia e del personale sanitario necessario, l’Ospedale diventa un cronicario in cui trovano la degenza solo i malati cronici. Anche i lavori che si stanno avviando in questi giorni presso il PPI, sempre secondo gli addetti ai lavori e secondo la Fials, sono lavori di routine, imposti dalla legge per l’adeguamento dei CAPT alla normativa vigente. Certo, tutti sognano la riapertura del “Chidichimo” e tra questi certamente gli amministratori in carica, ma tra il dire e il fare, come suol dirsi, c’è, spietata, la normativa nazionale, secondo cui un Ospedale, per definirsi tale, deve rispettare la legge e garantire i diritti degli operatori sanitari e soprattutto del malato.

Pino La Rocca     

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PAGANO GIUSEPPE
PAGANO GIUSEPPE
7 anni fa

Tra il dire e il fare c’è di mezzo non il mare ma l’oceano.Come dire qualcosa di immensamente grande.E’ ora di finirla di scrivere sempre su questo argomento.Non se ne può più.Bisognerebbe fare ben altro.
Sono tante le azioni democratiche e non violente che potrebbero essere messe in atto da una popolazione che si vede rubata dei propri diritti.Basta,per favore.