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Il Sud e la società maschilista. Con La Ruina a Catanzaro va in scena “La Borto”

Il Sud e la società maschilista. Con La Ruina a Catanzaro va in scena “La Borto”
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Secondo spettacolo in cartellone per la stagione di “Oscenica”. Sabato 27 gennaio, sul palco del Teatro Comunale di Catanzaro, arriverà una delle compagnie calabresi più affermate nel panorama nazionale e internazionale, Scena Verticale, con il pluripremiato “La Borto”, spettacolo di e con Saverio La Ruina.

La stagione di Oscenica – nuove frontiere del teatro contemporaneo, ideata e diretta da Divina Mania, con la direzione artistica di Mauro Lamanna e Gianmarco Saurino e quella organizzativa di Pietro Monteverdi e Rosy Chiaravalle, per la prima volta a Catanzaro, si dedica al contemporaneo grazie all’audacia della giovane associazione che consegna al pubblico un’attenta selezione di spettacoli, lontani dal mero intrattenimento, che portano lo spettatore a guardarsi e interrogarsi su sé stesso e sulla realtà che lo circonda.

Premio UBU 2010 ‘Migliore testo italiano’, Nomination Premio UBU 2010 ‘Migliore attore’ e vincitore del Premio Hystrio alla Drammaturgia 2010, La Borto di Saverio La Ruina è la storia di una donna in una società dominata dall’atteggiamento e dallo sguardo maschili: uno sguardo predatorio che si avvinghia, violenta e offende; un atteggiamento che provoca gli eventi ma fugge le responsabilità. L’aborto ne è solo una delle tante conseguenze. Ma ne è la conseguenza più estrema.

Vittoria racconta il suo calvario in un sud arretrato e opprimente. E lo fa nei toni ironici, realistici e visionari insieme, propri di certe donne del sud. La protagonista racconta l’universo femminile di un paese del meridione. Schiacciata da una società costruita da uomini con regole che non le concedono appigli e che ancora oggi nel suo profondo stenta a cambiare.

Il testo vincitore dell’Ubu, oltre a contare numerose rappresentazioni all’estero, è stato tradotto in francese (Le Vortement nella messinscena in Lussemburgo e Arrange-toi nella messinscena in Francia) da Federica Martucci e Amandine Mélan con il sostegno della Maison Antoine Vitez.

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