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Pagati per lavori socialmente utili, sbrigavano faccende private. Quindici indagati nel cosentino

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Nella mattinata odierna i militari della Stazione di San Giovanni in Fiore hanno notificato la richiesta di rinvio a giudizio della Procura della Repubblica di Cosenza nei confronti di 15 indagati per il reato di truffa continuata ai danni dello Stato. Il provvedimento scaturisce da una lunga e complessa attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Cosenza e condotta dai Carabinieri della Stazione di San Giovanni in Fiore nell’anno 2018, che ha permesso di documentare, con mirati servizi di osservazione e pedinamento, diversi casi di assenteismo dal luogo di lavoro da parte di personale assunto presso il comune di San Giovanni in Fiore. I soggetti indagati rientrano nella categoria dei lavoratori beneficiari delle misure di sostegno al reddito, previste dalla legge regionale n. 15/2008, individuata con progetto della Regione Calabria in convenzione con il Comune di San Giovanni in Fiore, per l’inserimento lavorativo dei disoccupati di lunga durata. Ovverosia, quella categoria di lavoratori, comunemente conosciuta con il termine di “Giubbe Rosse”, che nel concreto vengono impiegati per lo svolgimento di variegate mansioni socialmente utili per la comunità, quali la manutenzione e guardiania dei beni pubblici, la pulizia delle strade e delle aree verdi urbane.

L’attività investigativa posta in essere dai militari della Stazione Carabinieri di San Giovanni in Fiore, attraverso l’esecuzione di mirati servizi di osservazione e pedinamento, ha permesso di documentare come alcuni lavoratori, seppur risultassero registrati nel sistema di controllo delle presenze, non sempre si trovavano nei posti di lavoro a loro assegnati piuttosto erano soliti tornare presso le proprie abitazioni, svolgere commissioni di carattere privato nel centro abitato, talvolta soffermandosi presso bar, punti di ritrovo o centri commerciali, od addirittura, in alcuni casi, dedicarsi ad altri lavori quali la vendita ambulante di frutta e verdura. In un caso specifico, uno degli indagati si è recato presso un centro sportivo per poter svolgere attività fisica.

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