Trebisacce presenta il suo club Unesco. Che fine ha fatto il protocollo firmato ad Amendolara?
Si è costituito a Trebisacce il club Unesco, dopo che la domanda inoltrata dal comitato promotore è stata accolta dalla Federazione Italiana dei Club e dei Centri Unesco, rappresentata nell’incontro inaugurale nella cittadina jonica dal vicepresidente vicario Pietro Agnusdei.
L’Unesco, la cui sede è a Parigi, è l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura. Compito di questa organizzazione è tutelare i patrimoni dell’umanità dal punto di vista ambientale e culturale. E da alcuni mesi proprio l’Alto Jonio aveva registrato interessamenti più o meno coordinati da taluni amministratori locali in collaborazione con esponenti culturali del comprensorio.
Come ad Amendolara, quando nel luglio scorso il sindaco Antonello Ciminelli si era fatto promotore della firma di un protocollo d’intesa tra nove comuni della Calabria Citeriore (Amendolara, Roseto, Alessandria del Carretto, Oriolo, Canna, Nocara, Montegiordano, Rocca Imperiale, Castroregio). L’obiettivo era quello di creare un unico paniere dove inserire beni materiali e immateriali del territorio, promuovendo l’identità dell’Alto Jonio cosentino. A quell’incontro, alla Torre Spaccata, partecipò anche Annnateresa Rondinella, Segretario Generale della Federazione italiana Unesco.
Ebbene, dopo alcuni mesi da quell’incontro registriamo la nascita del club Unesco nella vicina Trebisacce. Ed allora, che fine ha fatto il protocollo Unesco siglato ad Amendolara, per la cui sottoscrizione collaborò anche l’Università della Calabria nella persona del professor Giuseppe Roma? O forse l’Alto Jonio è un territorio talmente vasto da potersi permettere due club Unesco: uno a Trebisacce e l’altro ad Amendolara?
Per adesso annoveriamo tra i tanti contenitori che si prefiggono di creare sviluppo per il comprensorio, anche il club Unesco di Trebisacce, sorto ufficialmente e che vede come presidente il giornalista Franco Maurella; la dottoressa Carmela Maradei, i dirigenti scolastici Tullio Masneri e Domenica Franca Staffa come vice presidenti; il segretario è il professor Vincenzo Arvia; il tesoriere il professor Franco Lofrano e il direttore il professor Piero De Vita.
Intanto, in questi giorni, registriamo anche una ulteriore iniziativa in odore di Unesco. I comuni di San Lorenzo Bellizzi, Civita, Cerchiara e Francavilla Marittima si sono ritrovati per rilanciare la candidatura a patrimonio dell’umanità delle Gole del Raganello, tanto per cambiare con un protocollo d’intesa tra i sindaci.
Vincenzo La Camera
Sono molto delusa dal solito spirito tutto Calabrese che piuttosto che favorire il progresso all’insegna della collaborazione promuova la vana gloria di soliti volti che si illudono di poter costantemente cavalcare gli onori della gloria in una realtà piccola e banale. Questo articolo dimostra ancora una volta che a nessuno interessa realmente lo sviluppo del territorio piuttosto si palesa l’atteggiamento di chi pensa di poter primeggiare rubando le idee agli altri promuovendole come proprie solo per corrotte note conoscenze. Scandalizza molto il fatto che si sia istituito un Club UNESCO a Trebisacce quando semplicemente si poteva cercare un’ovvia collaborazione con il già presente Club della vicina Amendolara. Di questo articolo, però, scandalizza ancora di più l’assurda pretesa di appropriarsi di meriti che non si hanno.
Vincenzo la Camera conclude scrivendo “Intanto, in questi giorni, registriamo anche una ulteriore iniziativa in odore di Unesco. I comuni di San Lorenzo Bellizzi, Civita, Cerchiara e Francavilla Marittima si sono ritrovati per la rilanciare la candidatura a patrimonio dell’umanità delle Gole del Raganello, tanto per cambiare con un protocollo d’intesa tra i sindaci”.
Peccato che dell’idea si sia cominciato a parlarne già dal 2010 quando questi cari signori che oggi si ergono a commissari locali dell’UNESCO probabilmente ne ignoravano l’esistenza…
http://www.sanlorenzobellizzi.org/UNESCO.htm
L’incontro di Amendolara che vide la partecipazione dell’Università della Calabria, dei nove Comuni sopra citati e della dott.ssa Rondinella in rappresentanza della FICLU, aveva ed ha come obiettivo la valorizzazione dei beni materiali ed immateriali (prodotti tipici, tradizioni locali, beni culturali, recupero delle unità abitative abbandonate dei centri interni, corsi di formazione per recuperare l’artigianato locale, agevolazioni per la trasformazione dei prodotti locali, valorizzazione di percorsi religiosi, culturali e naturalistici….) onde favorire la ripresa di quello che una volta era il “sistema” socio economico dei territori. Si scelsero solo nove Comuni, perché vi era la necessità di “testare” il progetto su un territorio omogeneo culturalmente e morfologicamente. I nove comuni, infatti, una volta ricadevano tutti sotto la giurisdizione della diocesi di Anglona-Tursi e, si sa, i territori diocesani sono di quanto più omogeneo ci possa essere dal punto di vista culturale.
Il progetto non si é fermato solo alla dichiarazione di intenti di quella sera in cui si firmò l’accordo, ma alcune cose si stanno attuando: un gruppo di archeologi e storici dell’arte sta lavorando per valorizzare la veccia “via della transumanza” da Alessandria del Carretto ad Amendolara. Il progetto(si chiama “il museo fuori dal museo”) prevede anche la ricostruzione virtuale diacronica del paesaggio e la “visione” degli oggetti, oggi musealizzati, nei contesti di provenienza. Un altro gruppo sta censendo le varietà arboree presenti sul territorio (vi sono, per esempio, nei nove Comuni 389000 piante di ulivo) per valorizzarne i prodotti e, nel caso dell’ulivicoltura, arrivare a tipicizzare il prodotto (se ne sta occupando il collega Giovanni Sindona e l’Istituto di olivicoltura di Rende). Nel gruppo di lavoro è stato coinvolto anche il dott. Tindaro Paganini, advisor della World Bank. Il progetto, quindi, è complesso e la presenza della FICLU non era finalizzata solo ad aprire un club ad Amendolara, ma aveva lo scopo di dare più visibilità e forza al progetto. Non comprendo, quindi, le ragioni che hanno portato gli amici di Trebisacce a fondare un club a Trebisacce. Questo certamente non incrinerà la compattezza del gruppo che sta portando avanti il lavoro in precedenza sinteticamente descritto, ma come al solito sarà visto all’esterno come l’eterno beccarsi dei polli di Renzo. Al punto in cui siamo, credo che sarebbe interesse di tutti appoggiare, in un momento di disperazione soprattutto delle giovani generazioni, ogni iniziativa che si intraprende e non contrastarla. Indebolire i territori, soprattutto quelli interni, a vantaggio di un solo centro alla fine “distrugge” anche quest’ultimo. La battaglia per l’Ospedale di Trebisacce non sarebbe stata persa se alle spalle della cittadina vi fosse stato un territorio forte.
La questione tra i nove Comuni e Trebisacce, quindi, non è una banale disputa per il possesso di uno stemmino, ma una questione ben più seria, che attraverso la serietà dei comportamenti degli attori in campo, riguarda la sopravvivenza o la scomparsa di quello che resta dell’Alto Ionio.
Fino al 2010 in Calabria ed in particolare nei paesi dell’Alto Ionio nessuno aveva mai sentito parlare di UNESCO. Un gruppo di cittadini originari di San Lorenzo Bellizzi ma residenti altrove per motivi di lavoro, tra cui il noto idrogeologo internazionale Costantino Faillace, lo scenografo Vincenzo Tarantino residente a Como e la sottoscritta specialista in Neurologia residente a Modena, si sono messi insieme ed hanno cercato di sviluppare un lavoro da presentare all’UNESCO relativo alle Gole del Raganello, canion noto per la sua spettacolarità naturalistica e per le sue peculiarità geologiche e faunistiche. Allora non sapevamo bene a chi rivolgerci e l’unico Club Unesco riconosciuto aveva sede a Cosenza.
Cominciammo a proporre le Gole del Raganello come potenziale sito da proporre all’UNESCO studiando la procedura e iniziando a contattare le autorità. Non mancarono comparse pubblicitare su reti locali come telecassano ed altro. Il tutto si concluse il giorno 4 del mese di gennaio dell’anno 2011 presso la Sala Conferenza della Casa parco sita in San Lorenzo Bellizzi (CS) con il convegno dal titolo “Timpe e Gole del Raganello Patrimonio dell’Umanità”.
In quell’occasione intervennero:
per il comitato promotore Cinzia Leone (psicologa), Giovanni Vancieri (noto esclursionista e guida locale), Luciana Filomena (geologa), Leonardo Caprara (dottore in Giuris Prudenza)
per il Comune di San Lorenzo Bellizzi Pietro A Scarivaglione in veste di Sindaco
per il Comune di Cerchiara di Calabria Antonio Carlomagno in veste di Sindaco
per il Comunedi Francavilla Marittima Paolo Munno in veste di Sindaco
per il Comune di Civita Vittorio Blois in veste di Sindaco
per L’Ente Parco Nazionale del Pollino Mimmo Pappaterra quale Presidente
per la Provincia di Cosenza Mimmo Bevacqua in veste di Vice Presidente e Mario Melfi in veste di consigliere
per la Regione Calabria Gianluca Gallo Consigliere di maggioranza e Mario Franchino consigliere di minoranza
Tutto doveva ripartire da li soprattuto grazie all’operosità della gente competente del luogo. In realtà cosa è successo?
Per assurdo ed inutile campanilismo di paese, per sete di “denaro” che potrebbe derivare da finanziamenti e per voglia di primeggiare, sono nati tanti piccoli club in paesi tanto vicini tra loro da favorire solo semplice dispersione di energie con tante piccole proposte da far partire per cercare di vedere chi ancora poteva essere il “primo della classe”.
Piuttosto che tentare, con spirito di collaborazione, nel nome della CALABRIA, di favorire la realizzazione almeno di un progetto si è cominciato a proporre LA FESTA DELLA PITA, è nato un CLUB UNESCO ad AMENDOLARA e dulcis in fundo a TREBISACCE. Come se si avesse a che fare con “deficienti” il nostro progetto è passato in secondo e terzo piano fino a quando non è venuto in mente a qualcuno di riproporlo ex novo come se l’idea fosse sorta solo di recente.
Tutto questo continua a scandalizzare ma fa percepire l’illogicità di una regione, che rispetto a quelle del resto di Italia, resta e resterà per sempre all’ultimo posto. In questa regione la comunione di intenti non esiste e non esisterà mai. Resterà asservita al volere di chi sgomitando riuscirà a dimostrasi all’opinione pubblica il più bravo!
Ad Amendolara non esiste nessun Club Unesco. Saluti, La redazione
Vorrei tranquillizzare la dott.ssa Leone in quanto ad Amendolara non è stato fondato ancora alcun club Unesco. La FICLU ha semplicemente sottoscritto un accordo con l’Università della Calabria e nove Comuni dell’Alto Ionio. L’accordo prevede il recupero dell’identità attraverso la valorizzazione dei beni materiali ed immateriali di quell’area e il tentativo, una volta avviate alcune attività, di ripopolare in parte le case abbandonate dei paesi interni.
Mi sembra un progetto serio che nulla ha a che fare con vuote e formali rivendicazioni di riconoscimenti, che, anche dove sono state attribuite, poco o nulla hanno contribuito al miglioramento o allo sviluppo delle aree (a meno che quelle aree non avessero già una loro visibilità a prescindere dall’Unesco: sv. Pompei).
L’Alto Ionio ha bisogno di serietà e di unità per poter uscire dalla situazione drammatica in cui si trova. Nessuno di noi ha bisogno di sgomitare per dimostrare all’opinione pubblica qualcosa, come sostiene la dott.ssa Leone, anche perché, ringraziando Dio, non abbiamo bisogno del distintivo della FICLU per distinguerci.
Un collega californiano poche sere fa, scambiandoci gli Auguri di Pasqua e commentando la situazione politica italiana, mi diceva: “voi italiani singolarmente siete i migliori, ma non vi comprendiamo quando dovreste lavorare insieme…”. Forse tra S. Lorenzo, Trebisacce, e i nove Comuni, sarebbe il momento non di rivendicare vuote, inutili e ridicole primogeniture, ma di sostanziare qualche progetto concreto. Quello avviato dai nove Comuni, come ho sostenuto nel mio precedente intervento, vuole essere soltanto un progetto campione su un territorio culturalmente omogeneo, Se dovesse funzionare potrebbe essere replicato anche in altre aree omogenee. Per quanto ci riguarda ce la metteremo tutta, perché questo si realizzi, non perché vogliamo “dimostrare di essere i più bravi”, ma perché siamo tutti adulti e l’età dei giochi é finita.
Bene! Se cosi e’ sono contenta di essermi sbagliata!