Una storia, come tante, divenuta purtroppo ricorrente: non si tratta infatti di instabilità psichica ma l’umana reazione alla notizia che l’amministrazione comunale, presso cui lavora la moglie in qualità di LPU, da questo mese non è più in grado di assicurare il misero salario ai suoi 44 LSU ed LPU, un salario misero che comunque consente a tante famiglie di sbarcare il lunario. Tra le tante famiglie anche quella di Giacinto Oriolo vittima, tra le altre cose di soprusi in ambito lavorativo e di recente anche di un incendio che ha distrutto la sua azienda nella piana di Sibari. Ma il gesto di questo padre di famiglia, come lui stesso ha tenuto a precisare ai cronisti, ha l’obiettivo di sensibilizzare l’amministrazione comunale e l’opinione pubblica in generale sul problema degli Lsu e Lpu, condannati alla precarietà a vita, che aspettano ormai da oltre 20 anni di essere stabilizzati e che, a partire da questo mese, rischiano anche di non ricevere più un salario, misero ma essenziale per tirare a campare in attesa di tempi migliori.
La storia di Giacinto Oriolo, grazie al pronto intervento ed alla professionalità dei medici e delle Forze dell’Ordine, al contrario di tante persone più sfortunate di lui, ha avuto per fortuna un lieto fine e, dopo una sosta presso il CIM, è potuto tornare a casa, da sua moglie e suo figlio che l’hanno atteso con apprensione e condiviso con lui momenti di tensione e di panico. Il sindaco della città, informato del fatto, ha compreso e solidarizzato con le presumibili difficoltà a cui andranno incontro i 44 Lsu ed Lpu, ma ha confermato l’impossibilità oggettiva di continuare ad anticipare fondi di cui il comune non dispone e si è detto fiducioso che la Regione nei primi giorni di maggio possa onorare i propri impegni con i comuni.
Pino La Rocca