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Approvata legge per la sicurezza e contro il lavoro nero. Gallo: «Possiamo portare la Calabria sui livelli nazionali»

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Il consiglio regionale della Calabria ha approvato la legge per la sicurezza sul lavoro e l’emersione dell’occupazione irregolare. Tra i punti importanti, troviamo la banca dati per incrociare i dati delle attività ispettive, ma pure una cabina di concertazione per il coordinamento delle politiche di controllo e contrasto e misure di premialità a sostegno delle imprese in regole. Il provvedimento è stato presentato all’aula dal vicecapogruppo dell’Udc, Gianluca Gallo, che ne è stato il relatore anche nelle commissioni consiliari.

«Il dato di partenza ispiratore della legge – ha spiegato Gallo – è rappresentato dal rapporto del Cnel e dalle statistiche Istat: ad oggi, risultano essere circa 140.000 i lavoratori completamente in nero nella nostra regione. La loro regolarizzazione è necessaria per assicurare loro tutela e dignità, ma anche per ragioni di carattere economico e sociale: nel solo 2010 sono infatti emerse 7.000 unità irregolari che hanno consentito all’erario di incamerare, a vario titolo, quasi 130.000.000 di euro. Di questi, 15 milioni sono finiti nelle casse della Regione Calabria».

L’esponente centrista, illustrando i punti cardine dell’articolo normativo, si è soffermato sulla centrale di allarme emersione, una banca dati che opererà in sinergia con la stazione unica appaltante e nella quale verranno iscritte tutte le imprese responsabili di infrazioni definitivamente accertate in materia di lavoro sommerso e non regolare e in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro. «Con questa legge – ha concluso Gallo – il trend positivo dimostrato negli ultimi anni in termini di riduzione del sommerso, grazie anche all’operato della commissione regionale per l’emersione del lavoro non regolare, non potrà che rafforzarsi, fino a riportare la situazione calabrese almeno al livello di quella nazionale, con un risultato che avrebbe un sapore storico».

Pasqualino Bruno

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