Nessuno osa farsi eccessive illusioni circa il futuro del “Chidichimo” il cui destino, dopo il palese tradimento della politica, è ormai nella mani della Magistratura ordinaria, ma l’avvocato Giuseppe Mormandi, patrocinatore del ricorso per conto del comune di Trebisacce e gli stessi amministratori presenti ieri a Palazzo Spada, (il sindaco Mundo, l’assessore La Regina e l’avvocato D’Alba per conto del comitato pro-ospedale), all’esito dell’udienza davanti alla III Sezione del Consiglio di Stato e sulla scorta della sentenza favorevole già pronunciata nei confronti dell’ospedale di Pria a Mare, hanno confermato la loro fiducia in un esito favorevole del ricorso.
I giudici della Suprema Corte, che si sono riservati di emettere la sentenza nei prossimi giorni, secondo quanto ha riferito al cronista l’avvocato Mormandi, si sono infatti dimostrati molto attenti e compenetrati rispetto alle argomentazioni esposte dal legale del Comune. Avrebbero dimostrato molto interesse circa le tesi esposte dal legale che, con dovizia di documenti ufficiali e perizie giurate, hanno rappresentato lo stato dell’arte della situazione, a partire dall’assoluta inosservanza della “golden-hour” (il tempo impiegato per essere sottoposti a trattamento medico a seguito di emergenze sanitarie). Tempi che, come ha dimostrato il patrocinatore del ricorso, sono condizionati da una viabilità disagiata, da una ferrovia a scartamento ridotto, da un servizio di elisoccorso che il più delle volte sa da dove parte e non sa dove atterrare per carenza di posti-letto e da ambulanze che il più delle volte partono senza una destinazione certa e sono costrette a girovagare per ore prima di trovare un posto-letto nei presidi-spoke.
Pino La Rocca