Dal gelo della Norvegia ad Albidona. Quando la storia e le radici non si ghiacciano mai
Marco Filipponi è nato a Bergamo, la città dei suoi genitori; ma la sua nonna paterna, Domenica Piragine, era nata Albidona, agli inizi del 1900. D’estate, venivano al mare di Trebisacce, facendo pure delle sporadiche capatine in Albidona; erano ancora viventi i bisnonni Vincenzo Piragine e Maria Rizzo; qui era anche la famiglia degli zii: la maestra Giuseppina Piragine e il dott. Pasquale Mele.
Oggi, Marco esercita la professione medica in Norvegia, dove ha incontrato la sua cara Trine, brava musicologa. Hanno due figlioletti: Mattia ed Eduard. La Norvegia è molto lontana, però Marco, Trine e i due bambini prendono l’aereo e scendono due volte all’anno, in Italia, facendo la prima sosta a Bergamo, per salutare genitori, fratello e sorella. Poi, con l’auto familiare, raggiungono la Calabria, per godersi un po’ di mare; là, in Norvegia fanno più di sei mesi nella neve, e spesse volte non vedono il sole che possono godere in Calabria. Marco è un appassionato cacciatore, come il bisnonno Piragine.
Però, il dott. Filipponi ha un’altra radice che lo richiama: è quella della memoria e dell’affetto. Ha chiesto documenti d’archivio e ha rintracciato il suo antico ceppo genealogico albidonese; inoltre, egli e sua cugina Donata, antropologa all’università di Bologna, non hanno voluto vendere la terra ereditata dal bisnonno Piragine, in località “Fontana dell’aia”, vicinissima al centro abitato di Albidona. Vi hanno piantato 150 piante di ulivo, che vengono a raccogliere con le proprie mani. Un medico e una professoressa che giungono da lontano: è buono esempio per molti di noi, che abbiamo abbandonato la terra dove i nostri avi hanno buttato sangue e sudore. Che meraviglia vedere anche i piccoli Mattia (nella foto) ed Eduard raccogliere le olive!
C’è un altro segreto che richiama Marco in Calabria: nonna Domenica, pure essendo a Bergamo, usava fare un po’ di cucina calabrese, e suo nipote, quando viene a trovarci in Albidona, vuole ancora gustare la frittura di peperoni e patate, i salumi locali e un bel bicchiere di vino, che ricorda la bella vigna del bisnonno Vincenzo. Guardando i suoi bambini, aggiunge che “lassù, in Norvegia, Mattia ed Eduard mangiano sempre minestre con olio di merluzzo, ma per i piccoli ci vuole pure un po’ di buon olio di oliva calabrese !”. Peccato che quest’anno, la raccolta sia stata abbastanza scarsa. Ma una settimana di mare, anche in pieno novembre, è sempre salutare!”, dice ancora il nostro amico dottore.
Giuseppe Rizzo
Grazie Giuseppe ! Bellissimo !
Trebisacce ed Albidona sono un pezzo del mio cuore….
Alla prossima volta !
Una bbraccio
Marco