Macellazione dei maiali. Scattano i controlli anche per uso domestico. A rischio tradizione nell’Alto Jonio
Giro di vite da parte dell’azienda sanitaria provinciale sulla macellazione dei maiali ad uso domestico: è allarme soprattutto nei paesi interni dell’Alto Jonio dove la tradizione di “ammazzare” il maiale è ancora abbastanza diffusa. Da quest’anno però, per poter continuare la tradizione, è obbligatorio attenersi ad una serie di norme dettate dall’Asp. Il motivo che ha spinto le autorità sanitarie regionali a dettare questa sorta di decalogo è la possibile presenza nell’addome del maiale della “trechinella”, un parassita altamente nocivo per i futuri consumatori. Innanzitutto è obbligatorio presentare, sette giorni prima della data fatidica, un’istanza scritta al sindaco, che poi la girerà al servizio veterinario, nella quale devono essere indicati l’ora, la data ed il luogo della macellazione e soprattutto la provenienza dell’animale.
L’istanza, che dovrà essere accompagnata da un versamento di 20,00, se si tratta di giorni feriali e di 32,00 se si sceglie un giorno festivo, servirà all’ufficio veterinario competente per zona, di programmare la visita in loco del veterinario, a cui dovrà essere reso possibile ispezionare gli organi interni del maiale. Garanzie sanitarie non solo per l’ominide però, ma anche per la povera bestia sacrificata: non è consentito infatti procedere al tradizionale “scannamento” del maiale, ma si dovrà utilizzare il metodo dello “stordimento” del suino mediante pistola “a proiettile trattenuto”.
Pino La Rocca