“I borghi più belli del Mediterraneo”. Il comune di Oriolo “portabandiera” dell’Alto Jonio
E’ stata presentata questa mattina (venerdì) all’Università della Calabria di Cosenza la seconda edizione della guida “I borghi più belli del Mediterraneo”. L’iniziativa è stata promossa dall’associazione “I borghi più belli d’Italia” ed è nata da un’idea della Consulta per il Turismo dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), con l’obiettivo di salvaguardare e valorizzare tanto piccoli borghi che per svariati motivi hanno difficoltà ad entrare nei circuiti turistici che contano, ma possono comunque vantare importanti ricchezze naturali, culturali e artistiche. L’iniziativa di oggi è stata realizzata grazie al contributo della Fondazione “Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo” che ha aperto un ufficio di rappresentanza proprio all’Unical. Tante località italiane e mediterranee in generale tutte da scoprire: 106 borghi, spalmati in 15 Paesi. da Malta alla Palestina; dalla Grecia, da Israele al Marocco. E poi Turchia, Giordania e altri Paesi ancora.
All’interno della guida, a cura di Claudio Bacilieri, sventola anche la bandiera dell’Alto Jonio grazie al comune di Oriolo. Sono 22 i borghi italiani, dell’area jonico-adriatica, presenti nella guida, sei sono calabresi: oltre ad Oriolo, anche Civita (Cs), Altomonte (Cs), San Fili (Cs), Badolato (Cz), Pentedattilo (Rc). Anche se all’interno del volume si parla pure di itinerari turistici, dando spazio e citando altri centri e aree, come è stato fatto per l’Alto Jonio cosentino in generale.«La bellezza che resta, va salvata. La bellezza che si incontra nelle cose minime – scrive Bacilieri nella guida -… quella che troviamo in un antico borgo, nel profumo del pane fresco, nel gatto che dorme sui gradini di pietra». All’appuntamento presso l’University club hanno preso parte il rettore dell’Unical, Gino Mirocle Crisci; il consigliere della Fondazione “Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo” e coordinatore per la Calabria, Ercole Pellicanò; il delegato della Fondazione per l’Ufficio di Cosenza, Rinaldo Chidichimo; il vicepresidente dell’associazione nazionale “I borghi più belli d’Italia”, Giuseppe Simone e l’autore Bacilieri, naturalmente. Per il Comune di Oriolo, delegato dal sindaco Giorgio Bonamassa, era presente a Cosenza il capogruppo di maggioranza Vincenzo Brancaccio, in rappresentanza dell’intera Amministrazione Comunale. Una giornata importante per Oriolo che ha avuto l’onere e l’onore di rappresentare un intero territorio. «Bisogna venire ad Oriolo per capire la Calabria. Non solo perché la sua storia è la stessa della Calabria, dalla Magna Grecia ai briganti. Ma anche perché la case sventrate, i vecchi palazzi devastati dal tempo, il senso di abbandono e di chiuso che avvolge le venerande reliquie del passato, disegnano una “estetica” – se possiamo chiamarla così – che è costitutiva di questa regione», così l’autore della guida scrive di Oriolo, «un borgo da salvare».
Durante il suo intervento, il consigliere comunale di Oriolo, Brancaccio (accompagnato dallo storico Vincenzo Toscani e dell’avvocato Giovanni Delia), ha ribadito l’impegno dell’Amministrazione ad imbastire politiche per un rilancio del centro storico fondato sulla riqualificazione degli antichi palazzi, senza stravolgerne l’originale urbanistica. «A questa operazione – ha detto Brancaccio – affiancheremo un processo di recupero delle tradizioni locali, dell’enogastromia e dell’artigianato puntando a far diventare il nostro centro storico un importante luogo di ritrovo per un turismo esperienziale lungo l’asse mar Jonio-Pollino».
Vincenzo La Camera