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Tagli alle associazioni femminili. La delusione della presidente del CIF di Castrovillari

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Rosalia Vigna

Rosalia Vigna

«E’ troppo facile parlare di pari opportunità, sono state fatte le migliori campagne elettorali sfruttando la politica femminile, poi nel concreto?». E’ uno sfogo accorato quello della presidente del Centro Italiano Femminile (CIF), Rosalia Vigna, che lamenta i tagli alle associazioni femminili, «in ottica di spending review» – come dichiarato dalla vicepresidente regionale Antonella Stasi – e parla degli ultimi progetti andati in fumo.

“Infodonna” nel novembre del 2012, progetto a cui avevano partecipato il  CIF con l’amministrazione comunale di Castrovillari in partenariato con l’ASP di Cosenza, l’Associazione Donne Avvocato di Castrovillari, l’Associazione Medici Cattolici e il sindacato Caf, Confsal e Snals. L’obiettivo era «l’incremento e la qualificazione dell’occupazione femminile, per la creazione, lo sviluppo ed il consolidamento delle imprese femminili, nonché, la creazione di progetti integrati in rete, per le azioni positive». A febbraio di quest’anno, però, i soldi sono venuti a mancare e il lavoro non si è più portato avanti. Sempre nel 2013 è stato poi negato il finanziamento al “Progetto Donna”, voluto fortemente dalle donne calabresi e dalle associazioni femminili nel lontano 1995 ed istituito dalla legge regionale n°22 nello stesso anno. E’ uno sfogo amaro in un clima già di per sé buio quando si pensa all’universo delle donne. Perché quello delle donne è un mondo che, negli ultimi tempi, la cronaca ha dipinto di nero. Troppi i casi di violenza, troppi i femminicidi. Ultimo, quello di casa nostra. Il nome di Fabiana, la sedicenne accoltellata e bruciata viva, nelle campagne di Corigliano Calabro, da un fidanzatino con cui avrebbe dovuto imparare a compiere i primi passi dell’amore, è ormai noto a tutti.

“Fabiana è stata uccisa perché donna, perché calabrese, perché viveva in un ambiente troppo stretto per questo millennio, perché si fidava troppo”. Quante parole, quante considerazioni. No, Fabiana è stata uccisa e basta. E chi resta ha il dovere di fare qualcosa. Lo deve a tutte quelle donne uccise per mano di un amore malato o di un viso sconosciuto, in ambiti familiari o ignoti. Le donne devono essere protette. Perché Fabiana potrebbe essere la figlia, la sorella, l’amica, la fidanzata di tutti. Fabiana potremmo essere noi stesse. Le associazioni nate a tutela delle donne sono tante e tanto è l’impegno profuso da chi se ne occupa. La crisi economica ha colpito il Paese, ma un’altrettanta crisi di valori, forse sta rovinando una società che dev’essere aiutata. Non si possono fare tagli sulla vita.

Federica Grisolia

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