Castrovillari. Cultura, colori e cuore arbëreshe in una mostra d’arte

«L’arte è cultura, dialogo, comunicazione, rievocazione, recupero della memoria storica da trasmettere alle nuove generazioni». Francesco Senise, artista di Lungro, ha presentato così le sue opere sulla cultura arbëreshe, ieri (domenica), alla presenza del sindaco di Castrovillari, Mimmo Lo Polito, dell’assessore alla cultura Angela Lo Passo, della docente del Liceo artistico Anna Letizia Candelise, del presidente del Parco del Pollino (in cui ricadono 8 paesi arbëreshe), Mimmo Pappaterra, dell’ambasciatore della Repubblica d’Albania in Italia, Nerita Ceka, del sindaco di Lungro, Giuseppino Santoianni, degli amministratori dei Comuni arbëreshe e di Ines Ferrante, presidente dell’associazione Mystica Calabria, moderatrice dell’incontro. “I colori d’Arbëria”, il titolo della mostra in esposizione nella Sala delle Arti del Protoconvento francescano, fino al prossimo 8 dicembre. E quei colori sono la condivisione, l’integrazione di un popolo che, quasi sei secoli fa, ha fatto della diaspora un’occasione, un rifugio in nuovi territori, per poi diventare un’unica realtà. Il Pollino è “unico” per questo e Castrovillari ne rappresenta la centralità, il riferimento per tutto l’hinterland arbëreshe. Una ricchezza che significa apertura a un’idea diversa di Europa senza barriere, dove il bello è l’essenza del confronto con l’altro. Questo è quanto emerso durante l’inaugurazione della mostra dove l’artista Senise dipinge sulle sue tele tutto il cuore di una cultura che «rischia di essere perduta se trascurata».
Un intero lavoro dedicato alle tradizioni arbëreshe: dalla Salina di Lungro al rito religioso greco-bizantino, dai paesaggi al costume tipico. Quello che richiama l’antica tradizione greca con le sue fitte pieghe, poiché simile al vestito indossato dalle fanciulle nelle processioni e che richiamava le divinità, ieri indossato da due studentesse (nello specifico l’abito di San Cosmo Albanese e di Frascineto, dove si trova il Museo delle Icone e delle Tradizioni bizantine). Un richiamo continuo al passato, dunque, alla ricerca di nuovi orizzonti. E poi ci sono i salinari, «quegli uomini che – spiega Senise – si piegano ma non si spezzano. Hanno combattuto per la libertà, affamati di riscatto e di emancipazione. Un vero esempio di vita».
Federica Grisolia