L’importazione dell’olio tunisino sul mercato italiano potrebbe mettere a serio rischio la produzione calabrese di qualità. E’ il grido d’allarme lanciato in queste ore da UDICON (Unione per la DIfesa del CONsumatore) e FNA (Federazione Nazionale Agricoltura). La Calabria si colloca nel mercato dell’olio con numeri di tutto rispetto: 21 varietà di olive, con il riconoscimento di ben tre Dop, 50 filiere certificate, 754 frantoi attivi, diversi centri di imbottigliamento e oltre 137 mila aziende, seconda produttrice di olio dopo la Puglia.
Ferruccio Colamaria (responsabile provinciale Udicon) e Mario Smurra (vice segretario nazionale Fna) si oppongono con forza a questa «scelta scellerata» dell’Unione Europea per l’importazione di olio tunisino a dazio zero, invitando i consumatori ad acquistare solo olio calabrese. «L’ingresso dell’olio tunisino sugli scaffali della piccola, media e grande distribuzione, è una questione che deve interessare e preoccupare sia le famiglie che l’imprenditoria a tutti i livelli – commentano Colamaria e Smurra -. Il costo inferiore dell’olio rispetto a quello calabrese dovrebbe dirla già lunga sulla qualità del prodotto; ma se questo dato, da solo, non dovesse bastare, pensiamo – aggiungono – alle diverse realtà produttive che saranno costrette a chiudere per via di questa concorrenza».
Vincenzo La Camera