Trebisacce. Attende due anni per ecodoppler, arriva suo turno e trova attrezzatura rotta

Dopo due lunghi anni di attesa per effettuare un semplice ecodoppler (esame delle carotidi) un cittadino cardiopatico di Trebisacce, A. S., 62 anni, alla vigilia della fatidica data del 6 giugno 2016, viene avvisato per telefono di non presentarsi a visita perché l’attrezzatura medicale, con la quale il dottor Rosario Ippolito medico della Lungodegenza esegue l’ecografia, è rotta.
E’ rotta, si badi, non già da qualche giorno ma da oltre due mesi e a nulla sono valsi finora i reiterati solleciti effettuati per telefono e per iscritto dallo stesso medico per il tramite del referente sanitario dell’Asp per il CAPT di Trebisacce dottor Antonio Adduci. Eppure si tratta di un cittadino cardiopatico che forse avrebbe meritato una corsia preferenziale piuttosto che la trafila di due anni.
Il povero utente, pensionato sociale, non ha potuto far ricorso alla solita struttura privata perché non se lo può permettere, altrimenti sarebbe stato uno dei tantissimi cittadini dell’Alto Jonio che si rivolgono alla vicina Basilicata anche per semplici esami di diagnostica come questo. E allora, ci si chiede, come è possibile, credere alla favola della riapertura del “Chidichimo” che richiede l’assunzione di nuovo personale medico ed il ripristino delle sale operatorie, se non si riesce non già a sostituire un’attrezzatura così importante per la prevenzione dell’ictus con una nuova, ma semplicemente a riparare la sola “sonda” dell’ecodoppler che costa poche decine di euro?
Pino La Rocca