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Sorgenti in mare e terreni aridi. A Montegiordano un progetto per captare le acque

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L’acqua delle sorgenti finisce in mare mentre i terreni muoiono di sete e molti comuni sono soggetti, specie d’estate, a consumare acqua di scarsa qualità proveniente da pozzi artesiani, oppure a pagare a caro prezzo l’acqua della Basilicata. E’ il caso dei comuni interni dell’Alto Jonio che per uso potabile vengono serviti dalla Condotta del Frida e di quelli costieri che utilizzano a scopo irriguo la Condotta del Sinni, entrambe in Basilicata. L’acqua delle tante sorgenti locali proveniente per lo più dal massiccio del Pollino finisce invece in mare per mancanza di condotte ad uso potabile e di invasi ad uso irriguo. Basterebbe invece monitorare il territorio collinare e montano, intercettare l’acqua tante sorgenti esistenti e, dopo averla analizzata, utilizzarla negli acquedotti comunali, o invasarla a scopo irriguo.

In questa direzione sta lavorando Antonio Farina di Montegiordano che pur essendo uscito per motivi personali dal consiglio comunale continua nel suo impegno di collaborazione con l’esecutivo in carica e, in questo contesto, in collaborazione con il Dipartimento di Agraria dell’Università di Potenza, dopo averle monitorate per oltre un anno, si sta adoperando per valorizzare le acque di 3 antiche sorgenti di Contrada “Acquarra” nel comune di Montegiordano attraverso un progetto che preveda la captazione e l’invasatura delle acque che attualmente finiscono in mare. Si tratta di oltre 60mila metri cubi all’anno di acqua sorgiva che sgorga dalle viscere di Monte Soprano (nella foto) a cui, secondo il dottor Farina, si possono aggiungere altri quantitativi di acqua attraverso la captazione forzata. Con questo quantitativo di acqua, secondo gli agronomi della suddetta Università, si potrebbero dissetare oltre 100 ettari di terreno agricolo e una parte potrebbe essere utilizzate per integrare l’acquedotto del Frida e dissetare anche la Marina di Montegiordano che attualmente utilizza acqua “riciclata” proveniente dalla Condotta del Sinni e resa bevibile dal potabilizzatore di Rocca Imperiale. Progetti del genere cnon sono però facili da concretizzare senza il fattivo contributo della Regione e dello Stato.

Pino La Rocca

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