Amendolara. «Perché i giovani non vengono a Messa?». Il sacerdote scrive ai genitori

Dopo continui appelli inviati dall’altare durante la Santa Messa, il sacerdote della Parrocchia Madonna della Salute di Amendolara Marina ha preso carta e penna e ha scritto ai genitori dei bambini e ragazzi che frequentano o dovrebbero frequentare il Catechismo per invitarli, in maniera argomentata e allo stesso tempo decisa, ad invogliare i figli al fine di essere presenti con continuità sia al catechismo che alla messa domenicale. Mentre dalle righe della lettera, l’invito assume connotati più diplomatici, don Nicola Arcuri dall’altare, domenica scorsa, è stato molto più diretto. Il messaggio è chiaro: niente catechismo e messa domenicale, niente sacramenti.
«La Cresima è una libera scelta – scrive il sacerdote nella sua missiva – ma come ogni scelta impone degli obblighi. Se si vuole fare l’atleta, bisogna allenarsi; se si vuole essere promosso bisogna studiare». Del cammino catechistico intrapreso e dell’assenza dei ragazzi nella Santa Messa domenicale , sacerdote e catechiste ne discuteranno in un incontro previsto per domenica 4 febbraio alle 16,30 nel salone parrocchiale.
La Chiesa, come istituzione, non sta attraversando un periodo brillante e l’assenza dei giovani tra i banchi, durante le celebrazioni, ne sono una prova. E non solo ad Amendolara. Quei ragazzi e ragazze che hanno seguito un percorso di fede, supportati anche dalle famiglie, il più delle volte restano legati alla funzione religiosa comprendendone il significato spirituale. Ma pensiamo a tanti giovani che non sono cresciuti in un contesto familiare ed educativo fedele ai valori della Chiesa: in che modo questi, nelle nostre comunità, possono trovare gli stimoli giusti per avvicinarsi alla Parola di Dio? Ecco perché forse bisognerebbe educare prima i grandi e poi i piccini. E questo, ad onor del vero, don Nicola Arcuri ad Amendolara lo predica dalla sua prima Messa. Facendo seguire anche i fatti con l’istituzione di una catechesi settimanale per adulti. «Cari genitori – conclude don Nicola – aiutiamo i nostri ragazzi a rispondere all’invito di Gesù. Non rinunciate a vivere con i vostri figli la bellezza della liturgia eucaristica».
Vincenzo La Camera
penso che qualcosa finalmente si muove e che i genitori sono invitati ad occuparsi dei figli non solo come oggetti da esposizioni vedi recite scolastiche o danza ecc ……….. ecc……..ma come uomini e donne del futuro. Per troppo tempo i ragazzi hanno fatto gli adulti e gli adulti i ragazzi se vogliamo crescere dobbiamo riappropiarci dei ruoli ed esrcitarli fino in fondo.
L’educazione dei figli è prerogativa dei genitori.Le recite scolastiche,lo sport,la danza ,il canto e quantaltro sono strumenti socio-educativi importanti nello sviluppo del bambino.Terrei staccato l’aspetto religioso perchè,altrimenti,coloro i quali ,bambini e adulti,che non frequentano la chiesa sarebbero individui poco raccomandabili.E sappiamo tutti che ciò non è vero.
Lasciamo che i figli possano crescere in pace, in modo che, col tempo, studiando e facendosi una propria idea sulla vita, possano decidere, in piena autonomia e senza forzature, se credere o non credere. Si vive pure senza andare a messa e senza religioni. Ma questo, a quanto pare, è duro da spiegare.