Cinquanta centesimi in più per un chilo di pane. L’aumento è scattato con il nuovo anno e riguarda circa il 90% dei panificatori del territorio jonico (Alto Jonio e Sibaritide), ma a breve potrebbe interessare anche la zona del Pollino. «E’ una decisione – ci spiega un imprenditore del pane di Cerchiara – che arriva a diciasette anni dall’ultimo ritocco e si è reso necessario perché è aumentato tutto, dalle materie prime a gas ed energia, dal personale ai costi della fatturazione elettronica e alle norme igieniche». Il pane è da sempre considerato l’alimento principe nelle tavole degli italiani; un prodotto “anti-crisi” e vincente sul piano del gusto e della tradizione.
Nel frattempo, l’opinione pubblica appare divisa sulla questione. C’è chi si schiera con i panificatori ed è disposto ad accettare l’aumento purché il prodotto sia davvero artigianale; c’è chi, invece, pensa che il costo del pane, in un periodo di crisi come questo, debba essere tutelato anche da interventi governativi adeguati e, dunque, senza ricadute sul bilancio delle famiglie.
Federica Grisolia