Trebisacce. Riapertura ospedale sempre più una chimera. Salta un altro servizio
Sanità nell’Alto Jonio: disabilitato anche l’Ufficio del Protocollo come ultimo atto di uno stillicidio inesorabile che sta privando il territorio di servizi sanitari essenziali, obbligando di conseguenza le popolazioni locali a spostarsi anche per esigenze sanitarie banali verso la Basilicata o verso altre realtà più fortunate sia della Provincia che della Regione. A denunciare lo spietato scippo di servizi sanitari basilari per la tutela della salute pubblica questa volta è la Cisl-Funzione-Pubblica che, attraverso i propri Delegati Sindacali Antonio Ramundo e Antonio Brunetti, ha denunciato la graduale scomparsa di servizi sanitari essenziali, iniziata oltre due anni orsono con la chiusura dell’Ambulatorio di Diabetologia presso il locale Poliambulatorio e culminata nella Delibera n. 1.095 di questi ultimi giorni che in pratica ha azzerato del tutto l’Ufficio del Protocollo presso la sede del Distretto Sanitario “Jonio Nord” di Trebisacce.
«Altro che riapertura dell’Ospedale – hanno sottolineato i due esponenti sindacali della Cisl-Funzione-Pubblica – che è divenuta sempre più una chimera tanto da non aver potuto esercitare il diritto di essere citata neanche nel corso della recente campagna elettorale. Segno evidente – hanno commentato ancora i sindacalisti Brunetti e Ramundo – che ormai alla riapertura del “Chidichimo” non ci crede più nessuno e che, sia la Sentenza dei Giudici che il Decreto del Commissario, sono destinati inesorabilmente a rimanere sulla carta». Secondo quanto lamentano i due sindacalisti della Cisl, il fisiologico e inevitabile pensionamento di tanti Medici (dal Diabetolo Staglianò ai Chirurghi Corigliano e Santagada, dal Cardiologo Aragona al Radiologo Ciacco, dal Medico Analista Maiuri al Medico Anestesista Rago) e la mancata integrazione di nuovo personale medico, ha fatto scomparire gradatamente una serie di servizi e di prestazioni sanitarie che hanno creato malcontento e ingrandito il deserto sanitario esistente in tutto l’Alto Jonio dal momento in cui, con la chiusura dell’Ospedale, è iniziata l’ecatombe dei servizi sanitari. Per non parlare poi di servizi sanitari territoriali di primaria importanza come il Centro di Salute Mentale (CIM) anch’esso ridotto al lumicino dopo il pensionamento della dr.ssa Maierà e dello Psicologo Parrotta.
E il peggio, sempre secondo quanto lamentano i due Sindacalisti, se non si ricorre ai riparie si bandiscono nuovi concorsi, deve ancora arrivare perché fra pochi mesi (pare a giugno 2020) andranno in pensione sia il Primario della Lungodegenza dr. Francesco Lamenza che il suo braccio destro dr. Rosario Ippolito. «Siamo preoccupati e ansiosi – hanno sottolineato a questo proposito Ramundo e Brunetti – di capire in che modo e con quale personale medico le autorità sanitarie vorranno far sopravvivere e gestire la Lungodegenza che rimane l’unica Unità Operativa Complessa esistente presso il “Chidichimo” e che, tra l’altro, aspira a diventare Reparto di Medicina Generale, come del resto previsto nel Decreto Commissariale che già da qualche anno le ha attribuito il Codice Ospedaliero».
Pino La Rocca