Oriolo. Fabbrica materassi pronta a riconvertirsi alla produzione di mascherine
La fabbrica di materassi di Oriolo ha fatto richiesta alla Prefettura di Cosenza di riconvertirsi alla produzione di mascherine ai sensi dell’art. 16 del Decreto Legge del 17 marzo 2020 (dispositivi non di protezione individuale o medico e quindi senza la certificazione dell’Istituto Superiore della Sanità ma comunque destinate alla libera vendita per i cittadini) e ai sensi dell’art.15 (mascherine come dispositivi individuali o medici in cui rientrano le FFP2 e FFP3). Per quanto riguarda la prima tipologia di mascherine – da quanto ci conferma il proprietario e amministratore dell’azienda di Oriolo, Vincenzo Brancaccio, «non avendo avuto nessuna comunicazione di diniego dalla Prefettura potremmo già iniziare a lavorare, ma partiremo soltanto quando tutti i miei dipendenti saranno sottoposti a tampone e risulteranno negativi, così come ho chiesto all’Asp». Questa misura di sicurezza per i lavoratori è dettata dal fatto che Oriolo da qualche giorno risulta”chiuso” per ordinanza regionale in virtù dei primi casi accertati di positività al Covid-19 e di altri possibili da verificare.
La scelta di una riconversione aziendale «arriva in una situazione emergenziale – commenta l’imprenditore di Oriolo – sia per dare un contributo alla reperibilità di questo prodotto e sia per assicurare un lavoro ai miei dipendenti che altrimenti resterebbero a casa. Ci tengo a sottolineare che non faremo tutto questo per speculare». L’azienda “Gli artigiani del riposo” che opera nella zona industriale di Oriolo sarà riconvertita per questo particolare periodo, poi valuterà se ritagliarsi uno spazio in questo nuovo mercato o continuare ad occuparsi di materassi come ha fatto sinora.
Intanto, sono state già prodotte alcune mascherine campione inviate all’università di Bologna che sta testando il materiale, così come presso un laboratorio della provincia di Pisa. E, probabilmente, già la settimana prossima arriveranno i risultati per ciò che concerne dunque queste mascherine art. 15 e cioè quelle considerate DPI. Poi bisognerà comunicare i risultati all’Istituto Superiore della Sanità e all’INAIL. Quindi l’azienda di Brancaccio, una volta verificare le condizioni di salute dei dipendenti, potrà iniziare la sua produzione di mascherine chirurgiche monouso che prevede la realizzazione di circa duemila pezzi al giorno in materiale Tnt (Tessuto non tessuto).
Vincenzo La Camera