Trebisacce. Comunità in apprensione per il medico colpito dal Coronavirus

Comunità in ansia per le sorti del Medico del 118 di Trebisacce che ha contratto il Coronaavirus. Le sue condizioni cliniche, a circa 10 giorni dal suo ricovero presso l’Annunziata di Cosenza, permangono abbastanza gravi tanto che nella mattinata di venerdì 18 dicembre il Medico 62enne del 118, molto conosciuto e stimato in tutta la comunità per le sue spiccate qualità umane e professionali caratterizzate da grande generosità e altruismo, è stato trasferito presso il Covid-Hospital di Catanzaro per essere sottoposto al trattamento della circolazione sanguigna extra-corporea. Il Policlinico di Catanzaro, come pochi altri Ospedali soprattutto del Nord-Italia, è infatti dotato di un ECMO-Center, un centro specialistico in grado di supportare i casi più gravi di insufficienza cardio-respiratoria, dotato di macchinari e personale specializzato, cosiddetti Perfusionisti, qualificati per assistere i pazienti sottoposti a circolazione extra-corporea.
«Presso un Ecmo-Center, – secondo quanto riporta il dottor Marco Ranucci, Responsabile del Servizio di Anestesia del Policlinico San Donato (MI) – quando un paziente Covid entra in Terapia Intensiva vengono effettuate due valutazioni essenziali: la radiografia dei polmoni e il livello di ossigenazione del sangue e solo a seguito del controllo di questi due parametri viene definito il percorso che deve seguire il paziente. Purtroppo, – ha aggiunto il Dr. Ranucci – ci sono pazienti che entrano in Terapia Intensiva con un quadro clinico estremamente compromesso per cui vengono dapprima sottoposti a “cicli di pronazione” e, se non rispondono ai trattamenti, si valuta il ricorso all’ECMO, una tecnica che, utilizzando la circolazione extra-corporea, mette completamente a riposo i polmoni e si sostituisce alla loro funzione vitale. Poiché – ha precisato il suddetto Medico – si tratta di un trattamento estremamente invasivo va valutata l’età del paziente ed eventuali fattori che possono controindicarlo, come nel caso di funzioni epatiche o renali non ottimali».
Il fatto che per il Medico trebisaccese sia stato deciso questo percorso fa pensare che le sue condizioni fisiche generali siano compatibili con questo trattamento e fa dunque sperare che questo trattamento risulti efficace e restituisca ben presto il generoso medico alla sua adorata famiglia, ai colleghi del 118 che seguono con particolare trepidazione le sue sorti e a tutta la comunità che incrocia le dita e, in preghiera, aspetta il suo ritorno a casa.
Pino La Rocca