Allerta frane nell’Alto Jonio. La terra si ribella sulla Provinciale Trebisacce-Albidona

Nel 2020, appena trascorso, non ha piovuto molto, anzi, l’acqua del cielo si è fatta attendere e abbiamo avuto una lunga siccità: ne hanno sofferto gli ulivi, le vigne e i campi seminati. Gli annuali incendi boschivi hanno ulteriormente ferito la terra. Ma anche l’uomo, prima l’ha sfruttata e poi l’ha abbandonata. Purtroppo, anche l’Anno nuovo ci fa preoccupare, non solo per la “covid 19”. La Befana del 2021 ci anticipa altre preoccupazioni: nella notte del due gennaio 2021 la frana è tornata al chilometro 7 della SP Trebisacce-Albidona. Le prime avvisaglie del movimento franoso sono state avvertite nella serata del 28 dicembre. Agli inizi del nuovo anno, comincia a cedere il lungo muro di sostegno, costruito pochi anni fa (nella foto). La sindaca di Albidona, Filomena Di Palma, ha emesso ordinanza (n.1 del 2 gen.2021) per il divieto d’accesso. Albidona e Alessandria sono allarmate. La Provincia ha provveduto subito alla sistemazione della segnaletica per il pubblico. Le auto che salgono da Trebisacce, giunti alla rampa, devono deviare a destra, per l’agriturismo Tufaro di Puzzoianni, e al crocevia per la Torre Albidona e la zona di Marràca, devono imboccare la pista asfaltata di Santo Brancato, per congiungersi al Tròdio per Albidona: circa due chilometri. Ma il pullman della SAI non potrà transitare facilmente per quest’ultima variante di Santo Brancato, quindi, oltre al pericolo della frana, è sorto già il dramma dei pendolari.
Questo problema non si risolverà in pochi giorni. La mattina del 4 gennaio, c’è stato l’incontro sul posto, con la sindaca e con quattro ingegneri della Provincia: abbiamo appreso che sarà ripristinato il traffico provvisorio. Forse si provvederà a collocare dei blocchi pesanti per il mantenimento dei muri di contenimento. Tutto, per mettere in sicurezza il passaggio delle auto. Ma tra marzo e aprile, quando la terra sarà bene asciugata, si effettuerebbero più radicali interventi tecnici per la sicurezza di questo tratto della 153. La Provincia provvederebbe a riparare anche la pista di Santo Brancato. Lo speriamo tutti. Ma gli altri punti franosi della provinciale Trebisacce-Albidona-Alessandria sono nella rampa di Puzzoianni (casa Tufaro-Sciàffaro), nelle vicinanze dell’agriturismo Laschera e nel Tròdio (presso casa rurale Ippolito). Ma ci sono anche i due tratti che congiungono Alessandria.
Non c’è spazio per raccontare la storia di questa strada, che va a morire in Alessandria del Carretto: 40 chilometri e 150 curve, ripetuti movimenti franosi in cinque tratti, pericolosi massi che precipitano dalla “Timpa Garoccella” e paesi isolati anche per un mese. Anzi, anche donne che partoriscono in elicottero, prima di arrivare all’ospedale di Cosenza. Della frana di Oriolo si è pure parlato. Ma noi vogliamo ricordare anche lo sconvolgimento dell’alluvione del 1972-73, quando gli scheletri umani saltarono dalle tombe del cimitero di Oriolo e San Lorenzo Bellizzi e Albidona furono stravolti dagli smottamenti del suolo. Nell’Alto Jonio è mancata sempre la forza unitaria dei sedici Comuni. Giustamente, qualcuno suggerisce una “mozione popolare unitaria”.
Ricordava un vecchio medico di Albidona che tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900, quando si progettava questa strada rotabile, un ingegnere del Genio Civile si era reso conto del percorso franoso di Puzzoianni e aveva consigliato di optare per la zona di monte Mostarico, dov’è attualmente un malandato tracciato ma più stabile del primo. Si oppose un grosso proprietario che possedeva terreni in questi luoghi, e l’ingegnere apparve come una Cassandra.
La variante di Mostarico viene suggerita anche oggi, perché la frana del Tròdio e di Puzzoianni, continua a camminare; lentamente, e anche di notte. La terra che viene maltrattata, si ribella. Ci vorrà forse un altro ingegnere per suggerire un aeroporto nella Piana di Trebisacce e un servizio elicottero per Albidona e per Alessandria del Carretto.
Giuseppe Rizzo