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L’Italia digitale passa per i pagamenti cashless

L’Italia digitale passa per i pagamenti cashless
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Il 2021 verrà ricordato come un anno di svolta sia nella vita quotidiana di ognuno, che nelle attività delle imprese e delle grandi multinazionali. Un cambiamento che tocca entrambe le realtà è il “piano cashless” che prevede la riduzione del denaro contante in favore dei pagamenti digitali, molto più pratici e sicuri. L’obiettivo è ancora distante, ma alcuni settori hanno già fatto il passo avanti. Synergy Casino IT, il portale italiano di news e recensioni sul mondo del gambling, evidenzia come i siti di gioco e scommesse abbiano pressoché sostituito le sale tradizionali anche grazie ai numerosi vantaggi dei pagamenti digitali. Ma quanto manca all’Italia digitale?

È il momento di dire addio al denaro contante

Quando si pensa ai pagamenti elettronici, il primo pensiero va alla comodità per venditori e acquirenti di non dover fare le acrobazie per “azzeccare” l’importo esatto. In realtà, i vantaggi sono numerosi e talvolta includono bonus e promozioni. Nelle piattaforme di gioco online, ad esempio, il primo deposito dà accesso a un bonus di registrazione che può includere denaro extra, giri gratuiti o anche entrambi. È naturale che i consumatori saranno sempre più portati a scegliere le alternative online se presenti, in quanto, essendo sviluppate attorno ai pagamenti digitali, sono più semplici e convenienti per tutti. Ecco quali soggetti vengono maggiormente coinvolti nei benefici del “cashless”.

L’economia

I pagamenti “cashless” abbassano i costi di gestione del denaro e constrastano l’evasione fiscale. Si stima infatti che lo Stato spenda ogni anno circa 12 miliardi per custodire e far circolare il denaro contante, con un’evasione fiscale che è quasi dieci volte tanto. Al contrario, la tracciabilità dei pagamenti elettronici rende molto più difficile evadere il fisco e viene ostacolato anche il riciclaggio di denaro sporco.

I consumatori

Chi trae maggiori benefici dal piano cashless è proprio chi effettua il pagamento, cioè il consumatore. Deve portare con sé solo la propria carta di debito o credito, non rischia di perdere denaro per disattenzione o per furti e rapine, può controllare il proprio saldo su Internet in qualsiasi momento e viene anche tutelato dall’eventualità di ricevere banconote false.

I venditori

I venditori hanno pressoché le stesse agevolazioni dei consumatori, con l’aggiunta di una semplificazione complessiva della propria attività. La burocrazia è più snella e automatizzata, ad esempio, e emettere un rimborso a un cliente richiede un solo click. Anche i furti fanno meno paura, dato che il denaro contante che viene lasciato in cassa è inferiore.

Il cambiamento è già in atto

La transizione dal denaro contante a quello digitale era già in agenda durante il governo Monti, ma durante gli ultimi anni è stato al centro di un vero e proprio “effetto valanga” e nel 2020 la pandemia ha sicuramente dato una spinta ulteriore, favorendo gli e-commerce e introducendo anche una certa diffidenza verso il contante maneggiato da estranei. Alla fine del primo anno di pandemia, quindi, il volume totale delle transazioni cashless dal 29% del 2019 è balzato al 33% del totale dei pagamenti in Italia, per un valore di 268 miliardi di euro. Secondo una ricerca di Mastercard, sette italiani su dieci pensano che i pagamenti digitali abbiano avuto un ruolo chiave durante il lockdown. Il 70% delle persone intervistate dichiara di utilizzare più spesso le carte di credito o di debito, che per il 75% diventeranno il principale metodo di pagamento del futuro, soprattutto per quel che riguarda la modalità contactless.

Conclusioni: cosa manca per un’Italia libera dal contante

Le transazioni digitali sono il futuro, cosa manca allora al passaggio definitivo? Semplicemente, l’Italia è un Paese ancora poco “digitale” e attualmente si posiziona tra le peggiori economie del mondo in materia di pagamenti elettronici. Non hanno ancora sufficientemente attecchito le tecnologie più moderne, come le applicazioni bancarie e i pagamenti con dispositivi wearable che, nonostante siano cresciuti dell’80% negli ultimi due anni, rimangono solo una piccolissima parte del transato digitale (appena 4,7 miliardi su 268 miliardi). Quello che invece sta efficacemente portando avanti la campagna del cashless sono le iniziative come il Cashback di Stato, che ottengono facilmente il consenso della popolazione e allo stesso tempo la educano ai vantaggi del digitale. (guest post)

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