Giunto presso l’abitazione di I.B. e caricatala in ambulanza, il medico del 118 si accorge che la donna è in stato di travaglio e che la testolina del bimbo fa già capolino. Tale situazione ha rappresentato il momento piu’ difficile per la scelta da compiere: rischiare la vita dei due pazienti, cercando di giungere il prima possibile a Corigliano, distante, comunque, 40 minuti di ambulanza o intervenire a bordo del mezzo di soccorso. Il bimbo spinge per nascere e attendere per tutti il tempo necessario per giungere a Corigliano, diventa un rischio enorme. Ed allora, intanto che l’ambulanza viaggia, da Villapaina Lido verso l’ospedale “Compagna”, con ogni premura dell’autista nell’evitare sobbalzi pericolosi, il medico del 118 pratica alla giovane donna un’episiotomia, un piccolo taglio che favorisce l’uscita dal grembo materno della testa del bimbo, poi misurata in ospedale e risultata di 34 centimetri. Il bimbo viene al mondo e l’equipe sanitarian aspira i muchi e, con il consueto schiaffo al culetto, lo sente strillare. Laurenzo, per vendicarsi, fa la pipì addosso all’infermiere che sull’ambulanza si era preso cura di lui. Poi, monitorando continuamente lo stato di salute di madre e figlio, finalmente, dopo 40 minuti, l’arrivo a Corigliano con i medici del reparto di ostetricia e ginecologia che, dopo essersi complimentati con il collega del 118, si sono presi cura della giovane mamma e del vispo pargolo.
Franco Maurella