di Federica Grisolia
Continua la produzione letteraria di Giacomo Garzya, poeta e fotografo originario di Napoli, ma che vive a Trieste, che torna nelle librerie con la sua nuova opera “Viaggio poetico tra luoghi e storia”, edita da “Fondazione Mario Luzi”, Roma 2025. Un lavoro poetico – complice la sua formazione universitaria nel campo degli studi storici e letterari – che continua ad incentrarsi sulla figura dell’uomo nel suo divenire, non testimone passivo, ma «mente critica, della storia, fatta di una concatenazione di eventi spesso non prevedibili, incontrollabili, come le guerre, il cambiamento climatico, la difficile convivenza di idee contrapposte». Il viaggio e i luoghi esplorati che Garzya racconta in versi, diventano metafora di vita, dove la natura, il mare e il vento sono fonte inesauribile d’ispirazione, e si riesce a scorgere un’anima nei paesaggi. «In questo mio percorso – confessa l’autore – è evidente il legame molto stretto tra il tempo e lo spazio. Da qui l’importanza dei luoghi, dei siti della storia, di una geografia strettamente connessa con la formazione delle civiltà».
Un corpo solo e un’anima sola con la precedente silloge “E’ la vita”, in cui «la scrittura è un toccasana davanti ai dispiaceri della vita, a un grave lutto, ma anche una celebrazione degli affetti, dell’amore, insomma, un quaderno dell’anima in una forma poetica moderna, attuale, semplice, senza retorica». Una passione coltivata con dedizione e incessanti letture, che hanno portato Garzya a scrivere poesie da oltre trent’anni, al punto da diventare una forma mentis, una ragione di vita, il metodo di approccio alla realtà. Un vero e proprio percorso interiore che pone al centro l’uomo nel suo divenire, fino a giungere ad una consapevolezza che richiede osservazione dei luoghi, conoscenza e curiosità verso il mondo circostante. Sono tante le città e i luoghi attraversati dalla poesia di Giacomo Garzya, come le isole di Capri e Procida, frequentate fin dall’infanzia, e Trieste, sua città d’adozione, ma anche Napoli, città d’origine, Marina di Praia e Marina del Cantone, Delfi. Una data e un luogo per ogni emozione.
«Un viaggio poetico tra scrittura e fotografia – racconta l’autore – tra parole e immagini, sempre evocatrici delle emozioni, legate non solo ai sentimenti che emergono sicuramente nel quotidiano, ma ai luoghi visitati e rivisitati, per immergerci nella nostra storia, per comprenderla meglio, i paesaggi vissuti in presa diretta, nei colori delle diverse stagioni, nelle intemperie, non solo in astratto». La parola diventa un fermo-immagine della realtà, e non poteva essere altrimenti data la passione di Garzya per la fotografia, che egli definisce «un’operazione mentale», che ferma un attimo irripetibile in una realtà mutevole. Poesie che sono come un libro aperto e creano un rapporto empatico con chi le legge. «Non ho mai avuto paura di esporre pubblicamente i miei sentimenti. Nei meandri dell’anima, tuttavia, non sempre si trova una via d’uscita liberatoria e qualcosa rimane sempre nascosto dentro, a nostra tutela, inconsciamente o no, ben consapevoli che nessuno si può mettere a nudo in maniera assoluta. Voglio, così, trasmettere qualcosa della mia interiorità, della mia visione del mondo, ma anche, oltre il reale, del mio immaginario, alla fine, una fascinazione poetica che consenta di librarsi dalle crudità dell’esistenza, noi vaganti in un viaggio, per quanto intenso possa essere, breve, troppo breve, ma sempre tutto da vivere, fino in fondo».
