Trebisacce, dalla rete tutta la rabbia per la chiusura dell’ospedale. «I politici si vergognino»
Tenere l’ospedale di Trebisacce nelle condizioni attuali non serve a niente: è meglio chiuderlo per evitare, nei casi in cui il tempo è tiranno, inutili e dannose perdite di tempo. E’ questo il sentire comune della gente, disorientata e mortificata dopo l’ultima tragica morte di una mamma di Oriolo deceduta, in presenza dei suoi quattro figli, tra le mani nude dei medici che tentavano di salvarla e dopo l’ultima sentenza del Tar della Calabria che, prendendo per buone le garanzie del Commissario Scopelliti di aver creato le alternative necessarie per fronteggiare l’emergenza-urgenza, ha respinto il ricorso presentato dal comune contro la chiusura dell’ospedale.
Così, all’interno di un gruppo creato su un social network costituitosi sulla rete per dibattere su tematiche che interessano la comunità di Trebisacce, si sta sviluppando un dibattito molto vivace e articolato, che mette a nudo la miopia della politica, di destra e di sinistra, che ha prima depotenziato l’ospedale e poi creato le condizioni per chiuderlo e riconvertirlo in “Casa della salute”. Una casa però dove la salute, come dimostra la cronaca giornaliera, è fortemente a rischio. Come riferisce M.F.A. di Trebisacce a cui ancora risuonano nelle orecchie le strazianti urla dei figli della signora: «I medici hanno fatto tutto quello che si doveva fare – scrive M.F.A. – per salvare quella mamma, ma tutto è stato vano, perché alla base c’è un errore di fondo: la chiusura dell’ospedale e la disinformazione della gente che non sa quali servizi si possono erogare oggi nella struttura». Continua poi asserendo che i familiari della signora, abituati a servirsi dell’ospedale, hanno pensato bene di cercarvi un porto sicuro per la loro congiunta, non sapendo che differenza c’è tra un Pronto Soccorso ed un PPI.
«E’ tutto assurdo e frustante; – commenta M.F.A. – probabilmente era giunta la sua ora, probabilmente non ci sarebbe stato nulla da fare anche ad ospedale aperto, non lo so, però si sarebbe potuto dire “ci hanno provato, anche perché di vite ne ha salvate tantissime questo ormai ex ospedale. Possibile che nessuno riesca a capire che ci hanno tolto il diritto alla salute e la dignità non di vivere, ma di sopravvivere». La lettera aperta di M.F.A. è stata ovviamente commentata da tantissimi internauti, con prese di posizione molto dure, nelle quali la parola più gettonata è “vergogna”, riferita ad una classe politica miope e insensibile, abituata a ricorrere, nei casi di bisogno, ad una sanità d’eccellenza, sottovalutando le peripezie della povera gente per trovare un posto dignitoso dove curarsi.
Pino La Rocca