«La segnalazione – ha scritto Carlomagno – non può che trovarci concordi non solo nella denuncia, ma soprattutto nell’urgenza di intervenire al più presto. Si tratta in realtà di una situazione che, come peraltro opportunamente stigmatizzato, affonda le origini in lustri e lustri di storia della comunità di Cerchiara, a dire il vero di tutte le piccole comunità, laddove, ben lungi dall’immaginare gli “orrori” prodotti dalla società industriale e consumistica e ben lontani dalla conseguente “coscienza ecologista”, le naturali forre del Caldanello, venivano utilizzate quale naturale “sversatoio”, in primis di rifiuti organici e poi, piano piano, di tanto altro ancora. Il tutto per colpa di gente priva di rispetto verso gli altri ed irriguardosa nei confronti del patrimonio ambientale che continua imperterrita a buttare ogni sorta di rifiuti, tra i quali anche i resti della tavola, utili, se non altro, a sfamare gli animali».
Ovviamente, aggiunge il primo cittadino, il compito di intervenire, di bonificare il sito e di spostare altrove i depuratori comunali, non può essere intestato solo al comune ed è bene quindi che del problema siano stati messi al corrente tutti gli enti in indirizzo, ivi compreso l’assessorato regionale all’Ambiente da noi più volte sollecitato a spostare i depuratori in una zona meno impattante.
Pino La Rocca