Trebisacce, pronta la nuova Tac all’ex ospedale. Resta problema carenza organico

Lo aveva garantito, il direttore generale dell’Asp di Cosenza, Gianfranco Scarpelli, nei tanti incontri avuti con il sindaco di Trebisacce Mundo e con l’assessore alla Sanità La Regina ed ha mantenuto l’impegno: la nuova Tac è già pronta ed operativa presso il servizio di Radiologia dell’ex ospedale. C’è soddisfazione anche tra gli addetti ai lavori che ora possono disporre di un tomografo d’avanguardia. «L’aver dotato il presidio sanitario di una Tac nuova, e non di seconda mano come qualcuno temeva, – hanno dichiarato all’unisono il sindaco Franco Mundo ed il sindacalista della Fials Antonio Paolino – rappresenta un piccolo segnale di attenzione verso questo comprensorio, fa onore al direttore generale Scarpelli che ha mantenuto l’impegno assunto e sancisce il ruolo strategico che il “Chidichimo”, seppure declassato a CAPT, continua a svolgere, almeno nella diagnostica, a beneficio delle popolazioni del vasto comprensorio dell’Alto Jonio, e non solo. Ma una Tac, – hanno aggiunto i due – seppure moderna e di ultima generazione, non può certo sopperire alle gravi lacune, soprattutto organizzative, che si registrano ogni giorno nella sanità pubblica. Lacune e disfunzioni che creano enormi disagi alle popolazioni locali e che continuano ad alimentare uno sperpero di risorse destinato alla copertura della massiccia migrazione passiva verso la Basilicata».
Si tratta in realtà di un’apparecchiatura di ultima generazione, capace di offrire prestazioni elevatissime in tempi nettamente più rapidi. «Ma la Tac, hanno osservato sia il sindaco Mundo che il sindacalista Paolino, – va accompagnata da tutta una serie di provvedimenti che possano mettere in grado gli operatori sanitari di dare risposte adeguate ai pazienti dell’Alto Jonio. Altrimenti la migrazione sanitaria passiva è destinata a crescere». «Oltre che di volontà politica di non fare due pesi e due misure, – ha commentato il segretario aziendale della Fials – si tratta il più delle volte di difetti di organizzazione e di una equa distribuzione del personale. Ci riferiamo – aggiunge Paolino – alla carenza di organico nella Lungodegenza che obbliga i sanitari a operare sempre in trincea e a non poter godere neanche delle ferie. Alla copertura dei posti vacanti che fanno allungare a dismisura le liste d’attesa in esami essenziali per prevenire e curare patologie pericolosissime come quelle di diabetologiche».
Pino La Rocca