Redazione Paese24.it

A Villapiana si ride con l’esilarante commedia in dialetto “La fortuna con la effe maiuscola”

A Villapiana si ride con l’esilarante commedia in dialetto “La fortuna con la effe maiuscola”
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Una scena della commedia

Una scena della commedia

Applausi per la rappresentazione teatrale dal titolo “La fortuna con la effe maiuscola”, andata in scena sabato sera presso il centro polivalente di Villapiana Lido. L’esilarante commedia di De Filippo e Curcio, riadattata in dialetto villapianese dalla sapiente regia di Pino Nigro, ha divertito il numeroso pubblico presente. Giovanni Ruoppolo (Pino Nigro) è un povero scrivano che vive in una casa fredda ed umida in compagnia della moglie Cristina (Diana Giacobini) e del figlio adottivo Erricuccio (Giuseppe Blumetti). Erricuccio, afflitto da un grave infantilismo, funge da messaggero segreto di una coppia di amanti (Maria Francesca Rovitti e Giuseppe Monti) che si incontrano in gran segreto sfruttando l’assenza di un marito geloso e cornuto. Ma l’assenza del marito, ben interpretato da Franco Cesarini, è finta ed utilizzata per sorprendere i due amanti con le mani nel sacco. Intanto, nella casa di un Giovanni digiuno ormai da molti giorni, giunge un avvocato (Felicia Favale) che gli offre un “lavoretto” alquanto losco: legittimare un giovane baronetto (Antonio Zaccaro) facendolo passare per proprio figlio sotto un corrispettivo di centomila lire. Giovanni accetta e corre subito dalla moglie Cristina con in mano i soldi dell’anticipo, trentamila lire che verranno utilizzate per comperare un po’ di cibo. Ma è proprio durante l’assenza dei coniugi che si presenta a casa Ruoppolo un distinto notaio (Antonio Montillo) che notifica a Giovanni un grosso patrimonio lasciato in eredità dal defunto fratello.

Paese24 2 dicembreMa nel testamento c’è una clausola che prevede il trasferimento dell’eredità ad un eventuale primogenito di Giovanni. Erricuccio vorrebbe avvisare il patrigno prima che lo stesso firmi le pratiche di riconoscimento del baronetto, ma non vi riesce poiché perde la parola a seguito di un grande spavento causato dalle scenate di gelosia del marito precedentemente tradito. Quando Erricuccio la riacquista è troppo tardi ed il giovane baronetto, venuto a sapere dell’eredità, decide bene di trattenerla. Giovanni, vissuto da sempre nella miseria e nella povertà, preferisce autodenunciare al brigadiere (Mario Agresti) la falsa legittimazione da lui stesso compiuta, finendo dietro le sbarre per cinque anni, piuttosto che depauperare quel grosso patrimonio che allo scadere del provvedimento restrittivo lo avrebbe reso milionario. Gli altri interpreti che hanno preso parte alla commedia sono stati Ciccio Zito, Mariella Zito e Francesca Grisolia.         

    Giovanni Durso                                      

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