“Cittadini per una Trebisacce pulita”. Richiamo agli ambulanti: «Dopo il mercato raccolgano i rifiuti»
Continua la sua opera di sensibilizzazione e si arricchisce ogni giorno di nuovi proseliti sfruttando il grande veicolo della “rete” l’associazione ambientalista “Cittadini per una Trebisacce pulita” che, oltre a lanciare l’allarme per il diffuso degrado in cui versa la cittadina jonica, si è già rimboccata le maniche e ha proceduto domenica scorsa alla pulizia della spiaggia ed altri ambiti del paese e della periferia sono già sotto la lente di ingrandimento per essere bonificati.
L’ultima iniziativa lanciata è quella della raccolta di firme per chiedere al Commissario (insediatosi a Trebisacce dopo lo scioglimento del Consiglio comunale, ndr) che venga regolarizzato il grande mercato di fine mese che, secondo molti, porta via da Trebisacce ingenti risorse economiche e lascia invece nella cittadina jonica solo i rifiuti del mercato. Infatti al termine del grande mercato di fine mese, che invade praticamente tutta la Marina di Trebisacce, le strade e le piazze restano piene di rifiuti di ogni genere che gli operatori ecologici fanno fatica a raccogliere, specie quando c’è vento che porta in giro per il paese una teoria infinita di carte e di buste di plastica.
Ebbene, l’associazione ha raccolto oltre 400 firme che sono state allegate alla richiesta, rivolta al Commissario Prefettizio, affinché gli ambulanti del mercato vengano obbligati a raccogliere tutti i rifiuti di risulta delle vendite in appositi sacchi contenitori che poi gli operatori si preoccuperanno di raccogliere e smaltire. Altro aspetto su cui vuole concentrarsi l’attenzione dell’associazione è quella della gestione complessiva del territorio. «Gran parte del paesaggio urbano e costiero – scrive nella sua analisi Giuseppe Ferraro – ce lo siamo giocato nell’ultimo ventennio. Quel che rimane del territorio comunale risulta umiliato da tutti i lati. E’ quindi doveroso da parte nostra allargare l’interesse oltre che ai rifiuti ad altri argomenti cruciali, quali il paesaggio».
Pino La Rocca