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Trebisacce, aranceti in fumo. Fuoco e rabbia nelle “Vigne”

Trebisacce, aranceti in fumo. Fuoco e rabbia nelle “Vigne”
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Monta la rabbia e divampano le polemiche alla pari del fuoco che nei giorni scorsi, complice il caldo torrido ma anche la vigliaccheria dei soliti piromani, hanno devastato ogni angolo del territorio, non solo di Trebisacce ma di tutto l’Alto Jonio. Sono decine e decine ormai gli ettari di vegetazione andata in fumo nel corso degli ultimi giorni. Nessuno però poteva mai immaginare che il fuoco potesse arrivare a profanare quello che fin dall’antichità è stato considerato il “sancta sanctorum” del territorio comunale, cioè gli aranceti che qui vengono comunemente chiamate “vigne” di Trebisacce.

Non era mai successo prima, perché “i vignaruli” hanno sempre avuto una cura quasi maniacale di quello che per molte famiglia costituiva l’unica fonte di reddito. Ora non è più così: ci sono infatti tantissime ”vigne” abbandonate e coperte dalle sterpaglie e dai rovi che prima venerdì 17 e poi domenica 20, sono diventati facile esca per il fuoco. Le “vigne” costituiscono da sempre l’unico polmone verde della cittadina jonica. Si tratta in realtà di una zona di pregio ambientale sottoposta a vincolo paesaggistico nella quale, grazie al micro-clima, si coltiva il “biondo tardivo” la rinomata arancia di Trebisacce. Infatti quest’area, tenuta sempre sotto controllo, è stata sempre “off-limts” per il fuoco. Quest’anno invece, e a più riprese, è stata aggredita dal fuoco che, nel silenzio assordante di tutti e nonostante il prodigarsi solitario e disperato dei singoli proprietari, ha incenerito diverse delle “vigne” che gravitano in adiacenza alle strade di accesso. E nessuno si è degnato di muovere un dito tranne i proprietari costretti a fare i don Chisciotte per tentare di arginare la forza distruttrice del fuoco. Da qui la rabbia e le proteste dei proprietari che sparano a 360 gradi e ce l’hanno con tutti: che fine fanno, si chiedono indignati diversi “vignaruli”, i doppi balzelli che ogni proprietario paga annualmente sia al Consorzio dei Giardini che al Consorzio di Bonifica? Perché nessuno controlla che venga rispettata l’Ordinanza che fa divieto di bruciare le sterpaglie? Possibile che quello che è sempre stato un inestimabile patrimonio ambientale debba essere irreversibilmente sciupato, oltre che dal cemento, anche dal fuoco?

Pino La Rocca

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Franco
Franco
9 anni fa

L’unica cosa buona bruciata. Certo è che è veramente un paese di addormentati e di vigliacchi. Con questa mentalità omertosa non andiamo da nessuna parte. Ma mettere una telecamera nascosta no eh?