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Morano. TeatroMusica, in scena la commedia “I casi sono due”

Morano. TeatroMusica, in scena la commedia “I casi sono due”
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Continuano gli appuntamenti teatrali all’auditorium di Morano Calabro. Domenica 31 gennaio alle 18,30 saranno protagonisti gli attori della compagna “Teatro Mio” di Vico Equense (NA) con la commedia in due atti di Armando Curcio “I casi sono due”. Lo spettacolo, diretto da Bruno Alvino, è inserito nel ricco cartellone della XV Stagione di TeatroMusica, interamente dedicata al fascino della città di Partenope, terra di cantori e depositaria della grande tradizione teatrale. La rassegna è il risultato dell’incessante e proficuo lavoro del gruppo teatrale L’Allegra Ribalta, presieduto da Massimo Celiberto, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune, l’Orchestra di Fiati di Morano, la Regione e la Provincia di Cosenza, il Parco Nazionale del Pollino. Opera senza tempo, “I casi sono due”, scritta nel 1941 da Armando Curcio (Napoli 1900 – Roma 1957, commediografo, giornalista e fondatore della Casa Editrice che porta il suo nome), noto per avere scritto anche altre commedie portate al successo dalla Compagnia De Filippo – racconta il dramma della solitudine di due anziani cui non mancano titolo nobiliare e denaro, ma l’affetto di un figlio che dia un tocco di gioiosa allegria a una senescenza vissuta senza serenità.

La commedia è ambientata nella Napoli degli anni ‘40, in casa del barone Ottavio Del Duca e della moglie Aspasia. I due coniugi vanno d’accordo ma le loro giornate, pur senza screzi, procedono mestamente verso la vecchiaia, senza la consolazione di un figlio, di un erede, che non hanno potuto avere. La baronessa sublima l’istinto materno nelle esagerate attenzioni verso il vecchio cane; il barone invece somatizza la frustrazione in una serie di malattie psicosomatiche. Finché si decide a rintracciare un figlio illegittimo, nato dalla fugace relazione con una cantante. Quando l’improbabile investigatore contattato dal barone dichiara di aver scoperto l’identità del ragazzo le cose sembrano cambiare, ma la situazione prende subito una piega inattesa: diverse circostanze e coincidenze indicano che l’erede è il cuoco di casa Del Duca, Vincenzo Esposito, bugiardo matricolato e furbone patentato, che si trova così improvvisamente elevato al rango di baronetto. Vincenzo, acquisito il nuovo status di nobile, non perderà occasione per vessare la servitù e sfoggiare un comportamento tutt’altro che aristocratico; la situazione non può dunque che esplodere in una catena di equivoci e rovesciamenti, dove camerieri, cuochi e maggiordomi assistono ad un via vai di figli e cani, legittimi e illegittimi, confusi o morti. “I casi sono due” è un capolavoro di intelligenza e comicità, ricco di colpi di scena che si susseguono fino all’ultimo minuto dello spettacolo, dove un finale imprevedibile e un po’ malinconico riconcilia tutti i fili della trama.

La redazione

 

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