Calabria, nasce un comitato regionale contro gli incendi

Fare rete tra cittadini e associazioni per tutelare il patrimonio boschivo
Nasce a Camigliatello Silano, nel cuore del Parco della Sila, il Comitato Stop Incendi Calabria, contro il disastro ambientale che si sta consumando dall’inizio dell’estate ai danni del patrimonio boschivo. Due le esperienze già avviate: la campagna di sensibilizzazione e denuncia ad opera dell’associazione longobucchese “Spegniamo il fuoco, accendiamo il futuro” e la petizione online #stopincendicalabria”, presente nella piattaforma change.org e che, ad oggi, ha raccolto oltre 11.000 firme.
L’obiettivo del comitato regionale è comprendere e denunciare le cause della distruzione di ettari ed ettari di macchia mediterranea e sensibilizzare la società civile, realizzando una rete di associazioni su base comunale che si occupi della salvaguardia del patrimonio boschivo e del paesaggio calabrese. Secondo i dati elaborati dai Verdi e raccolti dalla commissione Unione europea nell’ambito del progetto Copernico, dall’1 gennaio al 29 agosto 2017, la regione italiana più colpita è stata la Sicilia con 40.976 ettari andati in fumo, mentre la Calabria è seconda con 32.809 ettari, pur avendo quest’ultima una superficie territoriale molto inferiore. Il comitato chiede il ritiro immediato del bando relativo alla misura 8 del Psr Calabria 2014/20 “investimenti nello sviluppo di aree forestali e nel miglioramento della redditività delle foreste”, ritenendo che questo incentivi comportamenti criminosi che hanno causato la serie di incendi di questa estate.
«Crediamo, inoltre, che la causa principale di tale disastro debba attribuirsi al completo fallimento del Sistema anti incendio boschivo regionale (Aib), – spiega il comitato – che si è dimostrato inadeguato dal punto di vista logistico-organizzativo, sia nella fase emergenziale che in quella di prevenzione. A tali responsabilità vanno poi ad aggiungersi anche la mancata attuazione della legge Madia, con l’improvviso assorbimento del Corpo Forestale nell’arma dei Carabinieri e il passaggio di funzioni dell’Aib al corpo dei Vigili del Fuoco. A completare il quadro – concludono i membri del comitato – le ombre della malavita organizzata e di interessi economici illegali, sia nel campo dello smaltimento delle biomasse bruciate che nella riforestazione delle aree percorse dal fuoco».
Federica Grisolia