Diocesi Cassano allo Ionio. Vescovo informa su condizioni sacerdote positivo al Covid

Gli altri preti si sono sottoposti a tampone
Un sacerdote della Diocesi di Cassano allo Ionio nei giorni scorsi è risultato positivo al Covid-19. Purtroppo le condizioni del sacerdote sono state ritenute doverose di ricovero e al momento il prete è in cura presso il reparto dell’ospedale “Mater Domini” di Catanzaro, dove è stato accompagnato nella serata di giovedì 2 dicembre. In seguito a ciò, tutti gli altri sacerdoti della diocesi si sono sottoposti a tampone, evidentemente tutti con esito negativo, dal momento che dalla Diocesi non giungono notizie diverse. Intanto lo stesso vescovo don Francesco Savino (nella foto), alcuni minuti fa, è entrato nell’argomento fornendo un aggiornamento sulle condizioni del sacerdote don Alessio De Stefano, parroco a Lauropoli e, tra le altre cose, direttore dell’Ufficio Beni Culturali Ecclesiali e Servizio per Edilizia di Culto.
«L’equipe sanitaria ha iniziato a somministrare una nuova terapia, con dei risultati confortanti, e don Alessio sembra rispondere e collaborare con i medici», informa don Savino che in questi giorni difficili sta mantenendo una costante interlocuzione con i familiari di don Alessio, già parroco in diverse comunità della diocesi. Il vescovo nel chiedere di continuare a pregare per don Alessio invita tutti, sacerdoti, ministri e laici che frequentano la Chiesa ad «attenersi scrupolosamente all’osservanza delle misure sanitarie sancite dal protocollo sottoscritto tra lo Stato Italiano e la Conferenza Episcopale».
A proposito di rispetto delle regole, a cui il vescovo della Diocesi di Cassano invita ad attenersi, è ormai di qualche settimana fa, ma sempre attualissima, la lettera della presidenza della Cei alle diocesi italiane con la quale si invita alla vaccinazione contro il Covid-19 oltre che i sacerdoti anche i ministri della Comunione, catechisti, volontari Caritas, educatori, coristi e tutti coloro che a vario titolo svolgono una qualche mansione nelle varie parrocchie. Proprio chi è impegnato nell’azione pastorale è «chiamato a rispondere per primo a “un atto di amore” per se stessi e per le comunità.
Vincenzo La Camera