Trebisacce. Arrivano nuovi letti all’ex ospedale, però mancano i medici
di Pino La Rocca – Sono arrivati ben 30 nuovi letti con altrettanti armadi e comodini presso l’ex ospedale di Trebisacce. Nella foto, mentre vengono scaricati nell’androne del “Chidichimo” per essere trasferiti sia nella Lungodegenza (10 posti-letto) sia nelle stanze in cui prima o poi dovrà essere aperta la Medicina Generale con n. 20 posti-letto. Tutte attrezzature nuove, moderne e incellofanate! Miracolo delle nuove elezioni che si avvicinano? La domanda sorge spontanea dal momento che è sicuro che il prossimo 25 settembre si va al voto. Ma forse questa volta non è così, sia perchè nessuno poteva prevedere l’improvvisa e rovinosa caduta del Governo-Draghi, sia perché la Delibera n. 1065 di acquisto di letti e suppellettili da parte dell’Asp di Cosenza è datata 26 giugno 2022 e il relativo appalto è stato assegnato ben sei mesi dopo con Delibera datata 30 dicembre 2021 alla ditta Givas di Padova per un importo complessivo di 118mila euro. Qualcosa comunque si muove, ma tutto procede con una lentezza esasperante. La suddetta domanda è perciò legittima perchè finora della riapertura dell’Ospedale si è parlato solo in occasione delle passerelle che precedono le consultazioni elettorali, allorquando la riapertura degli Ospedali di periferia (Trebisacce, Cariati e Praia a Mare) è sempre stata data per imminente. E’ successo da 12 anni (2010) a questa parte e quindi con tutti gli inquilini della cittadella regionale, di sinistra e di destra, che si sono succeduti. Né l’arrivo dei letti e degli arredi, per come ha tenuto a precisare Antonio Paolino, segretario provinciale aggiunto della Fials, può illudere sull’imminente riapertura dell’Ospedale. “Troppe volte – ha sottolineato lo stesso Paolino – sono state fatte promesse da marinaio e assunti anche pubblicamente solenni impegni puntualmente disattesi. Ora le popolazioni dell’Alto Jonio non credono più a nessuno e pure l’arrivo dei letti – ha aggiunto il sindacalista della Fials – non convince e comunque non è sufficiente perchè senza l’assunzione del personale non può esistere nessuna forma di sanità. Per riaprire il “Chidichimo” e per avviare quanto meno Medicina Generale – ha concluso Paolino – non si può fare a meno dei medici e degli infermieri”.