Scuola Alto Jonio, Lsu in agitazione. Igiene e pulizia a rischio

Il nuovo anno scolastico si apre con un problema vecchio: il personale LSU addetto alle pulizie ed ai servizi ausiliari presso tutti gli istituti scolastici del territorio, di cui circa 1.200 in Calabria e più di 300 nel solo Alto Jonio, costituito dai lavoratori socialmente utili provenienti dagli “appalti storici”, hanno proclamato lo stato di agitazione perché, secondo le OO.SS. si categoria Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uil-Trasporti, il Governo avrebbe disatteso gli impegni assunti nel corso degli incontri che si sono succeduti da luglio in poi, tanto che oggi, all’orizzonte, si profilerebbero ben 24mila licenziamenti.
A rischio, dunque, la pulizia delle scuole, con inevitabili ripercussioni sull’agibilità degli edifici scolastici per problemi igienico-sanitari. Sono anni che questi lavoratori, per lo più padri di famiglia e mono-reddito, si battono contro la precarietà del loro lavoro e del loro salario, rivendicando quella fatidica stabilità lavorativa sempre promessa e mai ottenuta. Le suddette organizzazioni sindacali hanno evidenziato al Ministero dell’Istruzione il mancato rispetto degli accordi assunti e sottoscritti al “Tavolo Politico” di confronto nel corso degli incontri svoltisi a Roma nel mese di luglio, ma proprio quando si doveva passare alla ratifica degli accordi sottoscritti, il Governo ha rinviato l’incontro previsto per il 23 settembre e le OO.SS. temono che lo slittamento della data «rientri – secondo i sindacati – in una strategia del Ministero di spostare il confronto in un tempo in cui non ci saranno più spazi per intervenire, in quanto tutto sarà già definito e non ci saranno più margini di contrattazione che possano centrare l’obiettivo degli impegni assunti in tema di continuità lavorativa e di condizioni di reddito dei lavoratori coinvolti».
«Tale grave problematica – ha dichiarato il segretario comprensoriale della Filcams-Cgil Vincenzo Laurito – riguarda oltre 1.200 lavoratori calabresi ex LSU, già stabilizzati con decreto interministeriale dal I° luglio 2001, che rischiano di precipitare in una condizione economica inaccettabile per il comportamento “schizofrenico” del Governo, che assume impegni e li sottoscrive, per poi procedere all’esatto contrario. E’ necessario ricordare – aggiunge Laurito – che questi lavoratori sono già stati interessati a riduzione salariale per CIGS e di conseguenza, il salario percepito non raggiunge gli 800euro mensili. Noi pensiamo – conclude il sindacalista della Cgil – che i risparmi si dovrebbero fare su tanti altri sprechi, a cominciare dai costi della politica e non impoverendo ulteriormente i già miseri redditi dei lavoratori socialmente utili che, proprio per questo, intendono partecipare in massa alla mobilitazione».
Pino La Rocca