Canna come una volta, tutti attorno al falò. Rivive la tradizione del “Fuoco di Sant’Antonio”

E’ tornato a Canna, con la magia di una volta, il fuoco di Sant’Antonio, nella piazza antistante la chiesa e con tanta gente proveniente anche dagli altricentri dell’Alto Jonio. Non appena sono arrivati, galoppanti, due cavalli ed un asino insieme con la sfilata delle maschere “brutte” , lunghe lingue di fuoco si sono elevate al cielo dal falò prontamente acceso nella piazza. Si sono elevati anche gli strilli festosi dei bambini, che, per tanti giorni, al grido “I linn’ di Santantonii’” si sono rincorsi per le viuzze del borgo, per raccogliere la legna da ardere in devozione del santo patrono degli animali. Puntuale, poi, il parroco del luogo donPierfrancesco Diego ha benedetto le biade, l’orzo, il grano, l’olio e la brace, ancora “ardente”, insieme con i biscotti d’una volta preparati dalle massaie nelle campagne.
Piccoli e grandi, allora, hanno fatto a gara per portare un ceppo o un piccolo “tizzone” nella propria casa, in segno di benedizione. Tutti, giovedì sera, hanno inteso festeggiare il loro santo con carne arrosto e vino della nuova annata. Così il clima festoso si è protratto sino alle luci del nuovo giorno. In precedenza, alle undici del mattino, aveva avuto luogo un’interessante tavola rotonda con la proiezione, nel salone dell scuola primaria, di un video realizzato dal gruppo “La Piazza” sul tema “I nonni raccontano…”: interviste fatte a nonna Settimia ed altri ancora sulla vivissima tradizione del fuoco di Sant’Antonio a Canna. “Abbiamo inteso far rivivere una tradizione popolare all’insegna del fascino di una volta” – ha detto il sindaco Giovanna Panarace. Il maestro Peppino De Biase ha proposto, dal canto suo, un’apposita ricerca alla scuola dell’obbligosu una tradizione tanto radicata nel nostro ambiente, mentre il collega Vincenzo Silvestri ed il cav.Federico Corizzohanno fatto rivivere i momenti più suggestivi della sfilata delle maschere “brutte”, preludio del carnevale.
Benito Lecce