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Oriolo, polemica sulle De.Co. «Il Comune dimentica la Mela Agostina»

Oriolo, polemica sulle De.Co. «Il Comune dimentica la Mela Agostina»
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E’ subito polemica all’indomani della presentazione dei prodotti De.Co. (marchio d’origine a denominazione comunale, volto a promuovere le produzioni enogastronomiche tipiche legate a un comune in particolare) da parte dell’Amministrazione Comunale di Oriolo e nello specifico dall’assessorato alle Attività Produttive guidato da Vincenzo Brancaccio. A scatenarla, senza troppi giri di parole, è l’imprenditore agricolo locale Luigi Adinolfi, il quale non riesce a capacitarsi del fatto che la “sua” Mela Agostina non sia stata presa in considerazione per questo paniere di eccellenze che vede al momento la presenza del capretto da latte, dei taralli con il finocchietto selvatico e dell’olio extravergine di oliva («pur non esistendo allo stato attuale produzioni oriolesi di olio etichettate», fa notare Adinolfi).

Intanto la confettura biologica di mela agostina prodotta (assieme all’amaro Ulivar) dall’azienda agricola di Adinolfi “Santa Marina” ha fatto capolino anche all’Expo di Milano, ma non alla presentazione delle De.Co. di Oriolo, forse perchè commenta il giovane imprenditore, gettando benzina sul fuoco, «non è andato giù a qualcuno che il prodotto “Melagostina” (confettura biologica di Mela Agostina) sia stato ospitato un mese fa in un convegno organizzato dal Pd locale», guidato dal consigliere di minoranza Simona Colotta.

Per capirci meglio, la Mela Agostina (Malus domestica Borkh) è una mela rara, in via di estinzione, che in passato era molto diffusa in Calabria sui pianori della Sila, a Oriolo (Cs) e a Serrastretta (Cs). Diverse piante di melo Agostino esistono tuttora e vengono coltivate in campagna a Oriolo. Secondo Adinolfi qualora un comune volesse davvero puntare sulle De.Co. dovrebbe individuare prodotti particolari, unici sul territorio, tali da offrire una vetrina al Comune anche in campo nazionale e internazionale.

Vincenzo La Camera

 

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