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Ritrovate a Napoli copie di un’opera del musicista Frà Daniele da Castrovillari

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Solo pochi giorni fa, precisamente il 10 ottobre, il calendario celebrava la ricorrenza di San Daniele Comboni. Festeggiare l’onomastico rappresenta un’occasione per ricordare personalità che si sono distinte per azioni importanti e tracce lasciate nella storia. Ed ecco che il nome Daniele riporta alla memoria un “minore conventuale, molto perito nella musica” di casa nostra: Daniele da Castrovillari (Frà Daniele, nato forse nel 1613 e morto nel 1678), organista nella Cattedrale di Ferrara per molti anni. Tra le opere conosciute di questo autore “Avvenimenti di Orinda” del 1659, “Pasife” del 1661, e “La Cleopatra” del 1662 il cui manoscritto è tuttora conservato presso la Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia. Ma la novità è che copie manoscritte coeve di arie de “La Cleopatra”, senza autore, sono collocate nella Collezione dei Manoscritti Musicali della Biblioteca San Pietro a Majella (in provincia di Napoli).

indiceRaccoltaCopieManoscrittiA dircelo, delle ricerche (tuttora in corso) effettuate da Domenico Martire, insegnante di tecnologia, musicista per passione che, lo scorso 29 settembre, si è recato personalmente presso la Biblioteca e ha potuto constatare che queste copie manoscritte appartengono ad una raccolta in volume di arie di opere di vari autori: il Cavalli, il Cesti e due anonimi (di cui uno è quello da attribuire a frà Daniele, nella foto), tutti autori appartenenti al periodo Barocco. Tramite la consultazione e lo studio on-line dei suddetti manoscritti digitalizzati Martire ha potuto accertare che i medesimi sono copie coeve di otto arie appartenenti all’opera (in tre Atti ed un Prologo) “La Cleopatra”, musicata da Frà Daniele da Castrovillari su libretto di Giacomo Dall’Angelo e rappresentata a Venezia nel Teatro di San Salvatore nel 1662.

«Fino ad oggi – racconta il musicista – non era pubblicamente conosciuta l’esistenza di queste copie manoscritte coeve di arie de “La Cleopatra”;  la loro presenza a Napoli, inserita in una raccolta con arie di ben più noti musicisti dell’epoca, ne sottolinea il successo che allora questa opera aveva ottenuto e la sua importanza».

 Federica Grisolia

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