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«Me ne torno giù». Da Roma ad Albidona a piedi. La “calata” di Michele

«Me ne torno giù». Da Roma ad Albidona a piedi. La “calata” di Michele
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«C’è chi resta e chi torna perché invece crede, molto semplicemente, che giù, si possa vivere e si possa fare tanto». Per molti giovani che vanno via dalla propria terra in cerca di lavoro e di maggiori opportunità, ce ne sono altri che restano e ce n’è uno in particolare, Michele Laino, 27 anni, laureato in fisioterapia, che dopo 8 anni vissuti a Roma, ha deciso di tornare in Calabria, ad Albidona, nel suo paese di origine. Un caso in cui non solo non si parla di “fuga dei cervelli” ma di un ritorno nella maniera più “lenta” possibile. Michele ha, infatti, deciso di percorrere circa 640 km, in 4 regioni e 31 paesi, da Roma ad Albidona appunto, a piedi. “La Calata” è il nome che il giovane ha deciso di dare alla sua impresa solitaria che partirà il 19 aprile da Piazza San Pietro. Il viaggio si snoderà sulla via Appia per poi giungere a Potenza, fino ad Albidona. L’arrivo a casa è previsto per il 31 maggio.

Michele Laino

Michele Laino

Ma perché Michele ha deciso di tornare nel piccolo centro dell’Alto Jonio nonostante la sua vita lavorativa soddisfacente, in una realtà in cui i dati della disoccupazione giovanile sono sempre più allarmanti? «Tornare – ha spiegato – obiettivamente, significa reimmergersi nello stesso mondo da cui sei scappato, perché in 8 anni le cose non cambiano, soprattutto in un contesto notevolmente e notoriamente statico, semmai peggiorano. Tornare giù significa, dunque, cambiare il tuo punto di vista, vedere il buono lì dove non lo vedevi, vedere possibilità nello stesso luogo che hai lasciato proprio perché di possibilità non ce n’erano».

Una scelta che va ancor di più controcorrente se si pensa che la voglia di tornare di Michele «non è minimamente legata ad una mancata realizzazione lavorativa o a problemi economici derivanti dal vivere in una grande città». «La mia vita lavorativa – racconta il giovane di Albidona – godeva, proprio nel periodo della decisione di trasferirmi, di una notevole ascesa sia a livello economico che di gratificazione personale. Semplicemente, il motivo della mia decisione è stata la consapevolezza che quello non era il mio posto nel mondo e né i soldi, né un lavoro gratificante avrebbero mai cambiato questo mio malessere».

Michele nel suo cammino solitario racconterà storie di “resilienza”, di chi ha deciso di restare o di tornare, di investire la propria vita nella propria terra, nelle tappe dislocate tra Lazio, Campania, Basilicata e Calabria. «Mi “calerò” lentamente – spiega – nel meridione d’Italia, per capire a cosa andrò in contro, cosa mi aspetta, per scoprirne le bellezze sia paesaggistiche che umane». Non solo un viaggio personale, ma un vero e proprio progetto sociologico, antropologico e di turismo sostenibile.

Federica Grisolia

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Eugenio Grisolia
Eugenio Grisolia
8 anni fa

Grande Michele!

FRANCESCO DRAGONETTI
FRANCESCO DRAGONETTI
8 anni fa

Caro Michele,
il tuo ritorno al “passato” mi ha fatto riflettere, poiché una decisione tanto controcorrente quanto ardita, è da seguire con attenzione, poiché dimostra (con indubbio coraggio) che non si possono rinnegare e/o dimenticare le proprie origini. Bravo Michele e che nella tua “calata”tu possa trovare nuova “linfa” per il cammino nella vita!
Un Grazie anche alla Direzione, poiché proporre queste buone notizie, ci riconciliano con le traversie dei nostri tanti giovani.