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A Rossano cittadini in piazza per il diritto alla sicurezza. Forze dell’ordine lamentano continui tagli

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Tanta partecipazione, nella mattinata di sabato 6 maggio, al corteo per la sicurezza nella città di Rossano. All’evento, organizzato dal sindacato autonomo Les (Libertà e Sicurezza) ed Ugl, hanno preso parte numerosi sindaci del territorio, studenti, associazioni, categorie professionali, partiti politici, imprenditori e semplici cittadini. Anche il sindacato della Polizia di Stato ha deciso di affiancare e sostenere i poliziotti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Rossano “abbandonato dalle istituzioni e oggetto, negli ultimi tempi, di pesantissimi tagli che hanno ridotto il personale di circa il 50% a fronte di un territorio martoriato dalla criminalità”.

Due gli obiettivi della manifestazione: promuovere l’elevazione del Commissariato a Distretto e la fusione dei Comuni di Rossano e Corigliano oggetto del Referendum del 22 ottobre. Tanti gli interventi, al termine del corteo, da Giovanni Iacoi (Segretario Generale Les) a Quintino De Luca, da Simone Furlan a Fabio Pugliese (Associazione Basta vittime sulla S.S. 106). E’ intervenuto anche il sindaco di Rossano, Stefano Mascaro. Presente anche Giuseppe Graziano (Consigliere questore della Regione Calabria).

Il segretario nazionale del sindacato autonomo Les, Giovanni Iacoi, ha dichiarato: “Oggi Rossano e idealmente tutti i cittadini calabresi hanno dimostrato da quale parte stanno, e qual è la squadra per la quale vogliono continuare a tifare: quella della sicurezza. La grande mobilitazione e l’entusiasmo con il quale cittadini, studenti, sindaci, associazioni di categoria, imprenditori si sono uniti in corteo sono indice di un forte malessere di fronte al quale noi forze dell’ordine non possiamo rimanere inermi, anche perché dello stesso malessere siamo spesso vittime, incapaci di portare a termine, perché soli, la missione per la quale siamo chiamati. I tagli al personale che hanno interessato il Commissariato di Rossano ma anche le altre Forze dell’Ordine non sono accettabili. La sicurezza è una cosa molto seria, un bene preziosissimo, in una terra che vive la presenza costante e ingombrante del fenomeno mafioso. Il Ministro Minniti sa di cosa stiamo parlando e sa anche che con queste modalità non è possibile fronteggiare la ‘ndrangheta e le altre minacce a cui è esposto il nostro territorio: sarebbe come combattere contro i mulini a vento”.

Antonio Le Fosse

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