Sibari-Crotone. Divise nella “Magna Grecia”, oggi macro provincia?
Divise e sempre in guerra tra loro nel passato, unite e alleate oggi per formare una provincia unica e forte, in nome del loro prestigioso pedigree storico. Parliamo di Crotone e di Sibari, due mitiche città della Magna Grecia che sognano di unirsi per neutralizzare il disegno del governo Monti di azzerare anche la storia. Così Crotone, che nell’epica battaglia consumatasi tra le due importanti “polis” magno-greche presso la foce del Trionto segnò la fine della mitica e lussuriosa Sibarys, oggi lancia a Sibari ed alla Sibaritide il fatidico ramoscello d’ulivo attraverso una proposta che vuole fare pace con la storia e rilanciare le rispettive ambizioni di rimanere provincia, per Crotone, e di riprendere il progetto di essere elevata a provincia, per Sibari. A lanciare quest’idea ed a cullare questo sogno è Natale Carvello il sindaco di Casabona in provincia di Crotone. «Duemilacinquecento anni dopo, – scrive il sindaco Carvello – Crotone e Sibari potrebbero ritrovarsi a combattere un’altra battaglia, questa volta insieme: quella per la salvaguardia del principio del decentramento amministrativo, messo a rischio dai piani di razionalizzazione del governo-Monti, che vorrebbe stoppare la creazione di nuove province e ridurre il numero di quelle già esistenti, ponendo in pericolo anche la sopravvivenza della Provincia di Crotone. Le riforme istituzionali che vedono la cancellazione delle Province di Crotone e di Vibo Valentia – aggiunge Carvello – ci impongono un serio ragionamento per il riassetto e la riorganizzazione istituzionale del territorio regionale. Oggi ci confrontiamo con il problema Crotone, provincia che lotta per non essere cancellata, e con quello di Sibari, che a dispetto dei numeri non può diventare Provincia.
Inevitabile, allora, – suggerisce Natale Carvello – pensare ad una prospettiva comune: utilizzare due debolezze e farle diventare una forza all’interno di un’alleanza strategica con uno sguardo rivolto al futuro». In realtà le condizioni per una macro-provincia ci sono tutte: una popolazione intorno ai 350.000 abitanti, 300 chilometri di costa, un notevole patrimonio storico culturale e un potenziale turistico interessantissimo. «Mettersi insieme – conclude Carvello – significherebbe non solo scongiurare una prospettiva da “figli di un dio minore” di un territorio già emarginato dal resto dell’Italia, ma liberarsi finalmente dalla storica subalternità verso altre aree più forti e dar vita ad una nuova entità capace di fungere da traino a tutta fascia costiera jonica che è stata la culla di civiltà millenarie».
Pino La Rocca
Mi chiedo come la gente possa rivotare gente che fa proposte del genere. Forse non si è capito che i soldi sono finiti, che lo stato visto come pozzo senza fondo non esiste più