Castrovillari. “A” come artigiano e artista. In mostra le opere di Cherillo
E’ la storia di un ragazzo di bottega nato a Castrovillari nel 1934, che diventa un artista. Sin da giovanissimo dipinge quadri e scolpisce il marmo. Umiltà e bravura il segreto per rendere la propria vita un infuso di bellezza. Le opere di Gianni Cherillo, che ha accolto l’invito della delegazione Fai di Castrovillari, sono ora in mostra (e non succedeva da oltre un quarantennio) presso la Galleria d’arte “Il Coscile” fino al prossimo 5 marzo, visitabile tutti i giorni dalle ore 9 alle 13 e dalle ore 16 alle 20. La personale “Tra pittura e scultura” è stata inaugurata sabato (17 febbraio), alla presenza di Francesca Dorato, vicesindaco della città; dei figli dell’artista, Angelo e Roberto (che ha allietato l’incontro con la sua musica); Donatella Laudadio, capo delegazione Fai del Pollino; Gianluigi Trombetti, delegato alla cultura Fai del Pollino, e di Mimmo Sancineto, direttore Galleria d’arte “Il Coscile”.
«Non siamo noi ad omaggiare Cherillo ma è lui a farci un regalo. Il Fai ha inteso raccogliere questo tesoro di arte pura e bellezza attraverso cui rieducare alla virtù e al bene». E’ quanto afferma la professoressa Laudadio, che sottolinea, inoltre «il legame dell’artista con le grandi scuole di pensiero europeo, soprattutto nello stile impressionista di quelle opere che non rappresentano fotograficamente la realtà ma esprimono passioni e stati d’animo. Il colore diventa distanza e prospettiva, lontano dal disegno lineare e dalla rigidità rinascimentale». Passando, poi, alla scultura, la Laudadio si sofferma sulla scia del neoclassicismo europeo che si riscontra nelle sue opere: «da un blocco di marmo l’idea del bello eterno, perfetto. L’arte vince il male, il dolore, la morte». E poi l’amore, quel due che diventa uno, una torsione. Infine, il riferimento all’immortalità: «Un po’ di bellezza è una gioia per sempre».
Ad entrare nel merito dell’attività artistica di Cherillo, saltata all’occhio anche al critico d’arte Sgarbi che volle conoscerlo, il prof. Trombetti che spiega le sue opere principali: “La Via Crucis” che si può ammirare nella chiesa della Maddalena di Morano Calabro e quella a tutto tondo nella chiesa della Ss. Trinità a Castrovillari. «Nella prima le scene più suggestive sono scandite dal movimento della testa; nella seconda sono le scene a darne il valore, come le tre cadute con la croce che diventa sempre più grande e insopportabile da portare. Qui alcune stazioni sono attualizzate».
E ancora, le teste di donna che hanno preso vita nei gioielli dell’orafo calabrese Gerardo Sacco, con cui ha organizzato una mostra vent’anni fa, e il famoso presepe conservato presso il Protoconvento francescano. «Cherillo, o Giannino, come familiarmente chiamato dallo storico Trombetti, è passato dalla “A” di artigiano alla “A” di artista, nonché silenzioso poeta». E anche se il suo stato di salute ora gli impedisce di usare pennelli e scalpelli come vorrebbe, quella matita sempre tra le mani ci parla di una bellezza immortale.
Federica Grisolia