Vescovo Savino ad Amendolara. «Feste patronali per unire comunità, altrimenti sono inutili»
«Che San Vincenzo vi faccia riscoprire la fiducia gli uni negli altri, il senso della comunità, la bellezza delle virtù». E’ questo il messaggio, o meglio, la benedizione del vescovo della diocesi di Cassano all’Ionio, monsignor Francesco Savino, durante la santa messa officiata nella chiesa del Convento di Amendolara, ieri (domenica 28 aprile), in occasione della festa patronale di San Vincenzo Ferrer. A concelebrarla, il parroco della chiesa, don Vincenzo Santalucia che, a nome della comunità, ha portato il saluto iniziale; don Nicola Arcuri, parroco della parrocchia “Madonna della Salute” di Amendolara Marina; don Annunziato Laitano, rettore della basilica “S. Maria del Lauro” e del santuario “Santa Maria della Catena” di Cassano all’Ionio; don Antonio Cavallo, cappellano della struttura residenziale per anziani “Villa Azzurra” di Roseto Capo Spulico.
Il presule si è soffermato sul vero senso delle feste patronali che devono «generare fraternità e un popolo unito, altrimenti – ha ammonito – meglio non farle proprio», ammettendo «di aver trovato ad Amendolara una comunità divisa, caratterizzata da strappi e lacerazioni profonde». «E’ necessario – ha aggiunto don Francesco – mettere al centro della vita i beni comuni. La Calabria ha bisogno di riscoprire la propria identità. Il potere vi vuole divisi e ignoranti».
«Chi di noi non dubita?». Riprendendo il Vangelo del giorno sull’incredulità di Tommaso, il vescovo ha parlato della fede intesa come «fidarsi e abbandonarsi senza vedere e toccare», della santità a cui si può aspirare solo non sciupando la vita, e di una società afflitta dalla banalità del male. Durante la sua omelia, monsignor Savino ha spiegato il significato più profondo del Cristianesimo, come incontro con Gesù, in quanto «presenza reale e oggettiva», e dei tre luoghi in cui si fa esperienza di Cristo Risorto: il giardino, la strada, la casa, parlando di una «persecuzione culturale che cerca di minare il fondamento dell’esperienza cristiana, ossia la Resurrezione».
A margine della messa, il saluto finale del sindaco di Amendolara, Antonello Ciminelli, e lo scambio di doni tra l’Amministrazione comunale – con gli assessori Paoletta Murgieri e Prospero Scigliano – e i rappresentanti istituzionali di Trecate – con l’assessore all’Ambiente Roberto Minera – e Cerano (cittadina in provincia di Novara gemellata con Amendolara) – con il vicesindaco, Massimo Fusetto. Il vescovo Savino ha ricevuto in dono dal Comune di Amendolara un manufatto artigianale ad opera dell’artista di origine amendolarese Rosanna Nisi. Presenti alla cerimonia, inoltre, l’assessore regionale alle Attività culturali e all’Istruzione Maria Francesca Corigliano e la Fabbriceria dello Scurolo che, da Cerano, ha portato ad Amendolara, per la prima volta nella storia in Calabria, la reliquia del beato Pacifico.
Quest’anno, la statua di San Vincenzo è stata accolta (il 25 aprile) nella parrocchia “Madonna della Salute” dove, dopo la processione, si è tenuta la santa messa. Al termine della funzione religiosa, l’accensione del tradizionale “fucarazzo” sempre in Marina, nel nuovo largo San Vincenzo. I “fucarazzi” hanno animato, invece, i rioni del paese, nelle serate di venerdì e sabato, accompagnati da musica e gastronomia.
Federica Grisolia
Qualcuno,afflitto sicuramente da un’illusione, è convinto che ad Amendolara “splende il sole”.Il Vescovo Savino sostiene, giustamente, il contrario :”ho trovato ad AMENDOLARA una comunità divisa,caratterizzata da strappi e lacerazioni profonde”.Chi ha ragione?Ovviamente, il Vescovo perchè ciò che sua eccellenza sostiene è uno stato di fatto.
Caro Direttore,pare che ad alcuni nostri amministratori non vadano proprio giù le parole pronunciate dal nostro Vescovo Savino in occasione della festa del nostro Santo Patrono.Qualcuno di loro ,addirittura,sostiene che l’analisi di Sua Eccellenza non fosse diretta agli Amendolaresi bensì a tutte le comunità.L’articolo di Paese24 recita charamente:Il Presule si è soffermato sul vero senso delle feste patronali che ammettendo.Lei conferma quanto scritto?Perchè,qualche amministratore,forse, è stato un pò distratto !Può succedere.
Caro dottore, onestamente non so se agli amministratori comunali di Amendolara vadano o non vadano giù le parole del Vescovo. Quello che posso dire è che confermo quanto scritto nell’articolo di Federica Grisolia. Come ben sai, noi siamo sempre presenti agli eventi che raccontiamo e questo ci consente di capire bene ciò che viene detto.
Saluti, Vincenzo La Camera
che devono generare fraternità e un popolo unito,altrimenti,ha ammonito,meglio non farle proprio,ammettendo di aver trovato ad Amendolara una comunità divisa,caratterizzata da strappi e lacerazioni profonde.CONTINUA L’ANALISI DI SOPRA DA AMMETTENDO…….
Grazie Direttore per la sua disponibilità.Un saluto.