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«Servono telecamere nel pronto soccorso degli Ospedali di Corigliano-Rossano»

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nella foto l’Ospedale di Rossano

Dotare di telecamere a circuito chiuso il Pronto Soccorso delle due strutture ospedaliere di Corigliano-Rossano, con l’obiettivo di controllare il percorso del paziente: dall’ingresso al primo intervento, dalle cure che vengono somministrate all’eventuale ricovero fino alle dimissioni. Nel denunciare le problematiche dello Spoke di Corigliano-Rossano, il vicesegretario nazionale della Federazione Nazionale Agricoltori (FNA)  Mario Smurra chiede che di questa esigenza si facciano carico le istituzioni: dal sindaco, Flavio Stasi, al commissario ad acta della sanità Saverio Corricelli, dal Prefetto di Cosenza Paola Galeone al ministro della sanità Giulia Grillo.

Per Smurra l’utilità di tale strumento «non è certamente quella di avviare un controllo sugli operatori della sanità, che già danno il massimo in una situazione complessa e paradossale, ma quella di denunciare, se necessario, la totale carenza di risorse economiche ed umane e, quindi, l’inadeguatezza di mezzi per far fronte alla domanda sanitaria di quest’area».

«Ci offriamo – aggiunge il vicesegretario nazionale FNA – di avviare una raccolta fondi per contribuire a migliorare la situazione previo un incontro ad hoc con il direttore sanitario, totalmente assente, al quale è stato sollecitato più volte un incontro, senza riscontri. Dal paziente che decide di andare via perché nessuno si occupa di lui per ore all’impossibilità di trasferire un ricoverato perché il personale addetto è impegnato altrove. Dall’assenza totale di privacy alle condizioni igienico sanitarie precarie. Sono diversi – afferma Smurra – gli episodi intollerabili ai quali, purtroppo, si assiste ormai quotidianamente. Ma la vera emergenza è che questi disagi si registrano in tutti gli ospedali della Calabria, non solo a Corigliano-Rossano. Nella nostra Regione, alcune persone, conoscendo la situazione scelgono di non recarsi al Pronto Soccorso mettendo a rischio la propria vita.   Non mancano però gli esempi positivi. Oltre all’operato dei medici e dei paramedici che subiscono impotenti e lavorano tra le tante avversità – conclude Smurra – i reparti di chirurgia, dialisi, cardiologia ed oncologia sono vere e proprie eccellenze in tutto il Meridione, con dati in controtendenza di immigrazione sanitaria».

Federica Grisolia

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