Castrovillari, i vandali della panchina rossa non fermano la manifestazione
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La violenza sulle donne, ancora una volta, al centro di un incontro tenutosi ieri (domenica 1 dicembre), attorno alla panchina rossa collocata di fianco al portone del Protoconvento Francescano, nel centro storico di Castrovillari. L’Amministrazione comunale, su idea del vicesindaco, Francesca Dorato, con la collaborazione della promotrice del progetto della panchina rossa, Ivana Grisolia, ha voluto arricchire questo angolo di riflessione con una novità: una cassetta postale rossa che raccoglierà testimonianze e segnalazioni da girare a chi è preposto, nonché i pensieri dei cittadini, e che, regolarmente, sarà monitorata dalla stessa Amministrazione comunale.
Sulla panchina, alcune bambole e, infatti, il nome dell’iniziativa è: “Not dolls”. “Non siamo bambole” rimanda all’immagine della donna come oggetto inanimato, inerme. Una donna priva di volontà ed esposta agli sguardi della gente. L’iniziativa, già intrapresa a livello nazionale, con il muro di bambole, vuole dunque stigmatizzare l’idea della donna zittita, che non reagisce e non è libera. Prima di cominciare, però, l’amare scoperta, da parte degli organizzatori, dell’ennesimo atto vandalico ai danni della panchina rossa: per la terza volta, la targa affissa su di essa (in pietra leccese), è stata smontata e ridotta in frantumi, proprio all’indomani della manifestazione.
Questo episodio non ha fermato l’iniziativa introdotta dai saluti istituzionali del sindaco, Mimmo Lo Polito, e del vicesindaco, Francesca Dorato, i quali, innanzitutto, si sono detti «rammaricati» per l’accaduto. Entrambi hanno, poi, sottolineato la necessità di allontanarsi dai propri carnefici senza paura, di denunciare con coraggio gli atti di violenza sebbene spesso si tratti dei propri partner o ex partner, di azioni concrete da parte delle istituzioni e di centri antiviolenza che possano aiutare le donne in difficoltà.
A seguire, sono stati letti monologhi e poesie a tema. “Lo stupro” di Franca Rame; “Com’eri vestita?” di Mary Simmerling; “Corpo di donna” di Pablo Neruda e “Sono solo parole”, monologo interpretato da Paola Cortellesi e tratto da un testo scritto da Stefano Bartezzaghi che dimostra come la lingua italiana nasconda in sé il germe del maschilismo. A leggere per i presenti: Laura Capalbi; Filomena Minella Bloise, vicepresidente dell’Accademia Pollineana; Giuliana Malagrinò per l’associazione Mystica Calabria, e Rosanna Guaragna, attrice della compagnia teatrale Aprustum.
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Federica Grisolia