Corpus Domini e feste patronali. «Niente processioni o accompagnamenti di immagini sacre»
Con diverse cautele e precauzioni, tra cui mascherine e posti distanziati, i fedeli sono tornati a messa ormai da un po’ ma, in vista del Corpus Domini (la Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo), che quest’anno si celebra domenica 14 giugno, il vescovo della diocesi di Cassano all’Ionio, don Francesco Savino, ha ritenuto necessario offrire «delle chiare e attente disposizioni sia per la celebrazione di questa Solennità che per le feste patronali e parrocchiali».
«Per quanto riguarda il Corpus Domini – afferma il presule – non potendo svolgere la processione, in ogni Parrocchia si prolunghi la Celebrazione Eucaristica con un tempo di Adorazione comunitaria, nel rispetto delle disposizioni previste dal Protocollo sottoscritto tra la Cei e il Governo italiano e delle mie precedenti indicazioni. Circa le feste patronali e parrocchiali, ci si limiti esclusivamente alle celebrazioni liturgiche».
No, dunque, alle processioni «che creerebbero – dichiara monsignor Savino – un inevitabile assembramento, rendendoci complici di una grave mancanza di attenzione nei confronti della salute del nostro popolo, facilitando la diffusione del contagio». Ma il “no” del vescovo arriva anche «al “trasferimento” o “peregrinazione” di immagini sacre, accompagnate solo da qualche fedele o dal solo ministro sacro, che – aggiunge don Francesco – la “fantasia” teologicamente poco formata di qualcuno potrebbe invocare come sostituto della processione, proprio per la natura “teologica” delle processioni, che necessariamente richiede la presenza del “popolo di Dio in cammino”».
«Tutto quello che è accaduto e che accade ci spinge a vivere le feste con grande sobrietà e con un’attenzione particolare ai più poveri e fragili, la cui condizione precaria è aggravata dalle conseguenze della pandemia. Sono consapevole – conclude monsignor Savino – della sofferenza che le mie decisioni possono comportare, ma la realtà deve prevalere sulle nostre scelte perché la “realtà è superiore all’idea”».
Redazione