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Morano, sindaco “bacchetta” Caligiuri. «Dopo terremoto soltanto parole»

Morano, sindaco “bacchetta” Caligiuri. «Dopo terremoto soltanto parole»
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Con una lettera aperta indirizzata all’assessore regionale alla Cultura Mario Caligiuri e diffusa agli organi di stampa, al Ministero dei Beni Culturali e ai Consigli Regionale e Provinciale, il sindaco di Morano Calabro Francesco di Leone manifesta apertamente, e senza troppi giri di parole, i suoi “sentimenti di sconforto e rammarico” nei confronti dell’assessore regionale. Tutto nasce in seguito al terremoto del 26 ottobre, che ha colpito diversi comuni del Pollino, tra cui Morano, recando danni a edifici pubblici, strutture scolastiche e beni culturali. In seguito al sisma (si legge nella missiva) è stato proprio l’assessore Caligiuri con una lettera diretta al sindaco di Morano a chiedere un dettaglio degli edifici danneggiati, manifestando preoccupazione e interesse per l’accaduto. Alla lettera dell’assessore ha fatto seguito la risposta del sindaco Di Leone, che indicava in elenco gli edifici danneggiati dal sisma.

Lettera alla quale seguiva una risposta da parte di Caligiuri, in cui si comunicava la trasmissione dell’elenco alla Direzione Regionale per i Beni Culturali, al Sottosegretariato regionale alla Protezione Civile, al Comando Tutela e Patrimonio Culturale dell’arma dei Carabinieri. Il tutto nel giro di pochi giorni, ma da allora più nulla, solo intenti manifestati a parole, a cui non hanno fatto seguito gli auspicati “fatti”, questa l’accusa del sindaco di Morano, che rimprovera a più riprese nella lettera il mancato inserimento di Morano (nella foto, il centro storico) nel piano regionale dei Beni Culturali delle opere finanziabili dal Ministero e presentato dallo stesso assessore regionale alla Cultura lo scorso 10 novembre. Il piano regionale prevede (si legge sempre nella missiva) 70 interventi in 58 comuni diversi, tra i quali non sarebbe presente Morano. Ma non è tutto; Di Leone accusa ancora l’assessore alla Cultura Mario Caligiuri di aver fatto uso di Morano solo per una “mera se non squallida e ben veicolata iniziativa propagandistica”; da qui la dichiarazione di speranza in un “operoso ravvedimento e un cambio netto e volitivo della programmazione di risorse e dispositivi”, come prova della “vicinanza” dell’Assessore alle popolazioni del Pollino.

Luigi Adinolfi

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